Trama
Jack, dieci anni, è in un collegio lontano da casa. L'arrivo dell'estate gli fa sperare di ricongiungersi alla famiglia ma la madre Sanna non va a prenderlo. Lasciato solo con gli educatori e terrorizzato dal suo compagno di stanza, Jack riesce a fuggire e a tornare a casa, dove però non trova nessuno. Ricongiuntosi al fratellino minore Manuel, Jack decide di avventurarsi con lui per le strade di Berlino per ritrovare la madre.
Approfondimento
JACK: L'AMORE DI UN BAMBINO IN CERCA DELLA MADRE
Diretto da Edward Berger e scritto dal regista in coppia con Nele Mueller-Stöfen, Jack racconta la storia di un bambino di dieci anni, per cui la famiglia è la cosa più importante al mondo. Il giorno in cui la madre scompare senza lasciar traccia, Jack insieme al fratellino Manuel si imbarca in un viaggio teso a ritrovarla, durante il quale nonostante la tenera età imparerà cosa sia il senso di responsabilità e il coraggio. In concorso al Festival di Berlino 2014, Jack viene così spiegato da Berger: «Un paio di anni fa stavo giocando su un prato con mio figlio quando un ragazzino ha attraversato la strada e con un cenno ha salutato. Mio figlio gli ha risposto con un "Ciao, Jack!" e continuai a osservarlo mentre si allontanava con la sua cartella sulle spalle. Era una domenica pomeriggio d'estate e mio figlio mi spiegò che si trattava di un bambino che trascorreva tutti i fine settimana a casa dalla mamma. Così ha inizio Jack, dalla visione fugace di un ragazzino che stava marciando fiducioso verso il futuro. In quel breve incontro, mi aveva mostrato come si può credere nella vita con straordinaria forza.
Nele Mueller-Stöfen e io abbiamo scritto la sceneggiatura insieme, dai primi abbozzi fino alle singole scene e dialoghi. Durante le nostre sessioni di lavoro quotidiano, strutturavamo insieme le macrosequenze e poi ognuno di noi si ritirava in un'altra stanza per elaborarle. Per noi è stato importante continuare a ricordarci l'origine della nostra storia: un racconto cristallino e semplice sull'amore incondizionato di un bambino in cerca della madre. Inoltre, abbiamo scritto tenendo presenti alcuni luoghi specifici e al tempo stesso semplici, posti che potrebbero essere ovunque e sui quali non doveva pendere alcuna caratterizzazione sociale. Volevamo una storia generale da indirizzare a molte persone.
Sin dalle prime fasi di lavorazione di Jack, a noi si è unito il cameraman Jens Harant, con cui abbiamo iniziato a immaginare a come traslare le nostre idee sullo schermo. Sapevamo che dovevamo raccontare la storia di Jack da osservatori e abbiamo deciso di girare in sequenza, senza tagli e senza possibilità di manipolazione. Volevamo essere il più vicino possibile al mondo emotivo del ragazzo: nessuna figura o sottotrama secondaria avrebbe dovuto lasciar vagare i nostri pensieri e nessuna inquadratura avrebbe dovuto distrarci. Abbiamo controllato ogni scena per verificarne il potenziale e, quando non ci convinceva, tornavamo a riscriverla fino a quando non ottenevamo il risultato voluto.
Così ragionando, eravamo consapevoli che il nostro protagonista sarebbe stato sempre in scena. Abbiamo dunque avuto bisogno di un bambino di dieci anni che potesse, senza alcuna esperienza alle spalle, tenere sulle sue spalle l'intero peso del film. Dopo aver perlustrato l'intera Berlino e incontrato centinaia di bambini, soprattutto negli istituti per l'infanzia getsiti dalla Caritas, dopo sei mesi avevamo trovato un primo Jack. Le intensive prove, però, ci fecero capire che la nostra scelta era stata sbagliata. Un giorno, a poco tempo dall'inizio delle riprese, il piccolo Ivo Pietzcker è apparso quasi per miracolo: pioveva a dirotto ed erano le sei del pomeriggio quando, completamente bagnato dalla pioggia e con indosso una t-shirt rossa, apparve con Nele».
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