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Kreuzweg - Le stazioni della fede

Regia di Dietrich Brüggemann vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Kreuzweg - Le stazioni della fede

di ethan
6 stelle

'Kreuzweg' - la cui traduzione letterale del titolo, omessa dai soliti 'oculati' titolisti, è Via Crucis - è uno 'strano oggetto', diretto dal bavarese Dietrich Bruggemann, che affronta di petto la tematica, spesso dibattuta, seppur in forme ed esiti molto diversi tra loro, in tanto cinema europeo, dell'estremismo religioso, nello specifico quello cattolico.

Il film ha per protagonista una ragazzina, Maria (Lea Von Acken) che, durante la preparazione al sacramento della Cresima, subisce vessazioni di ogni sorta da parte della madre (Franziska Weisz), che le impone l'osservanza, del tutto rigida, ottusa e 'fondamentalista', dei precetti religiosi, impedendole di fatto una vita normale e sociale, come i suoi coetanei; questi fattori, abbinati alla malattia del fratellino autistico, provocheranno in Maria un'inattesa reazione, con conseguenze estreme per tutti.

14 scene, 14 piani sequenza, divise ed intervallate da dissolvenze in nero, prevalenza di campi medi, con un'unica sequenza, emblematica, della confessione, in cui Maria viene ripresa in primo piano, scenografie spoglie che possono vagamente ricordare, facendo le debite proporzioni, l'austero cinema di Carl Theodor Dreyer, con  sviluppo finale della trama che rimanda al capolavoro assoluto 'Ordet', qua e là qualche tocco straniante di umorismo acre: il cinema di Bruggemann, se da un lato, ha molti pregi dal punto di vista stilistico, da un altro, lascia più a desiderare per la costruzione di storia e personaggi.

Se fino a due terzi della narrazione, il film è un trattenuto dramma sulla 'prigionia' di una giovane, impostale da una madre fanatica, che prende troppo alla lettera insegnamenti e precetti del Cattolicesimo, ormai (per fortuna) riveduti anche dagli stessi vertici del clero, nell'ultima parte imbocca sentieri ancor più impervi, mostrando il percorso verso la santità di Maria, con cadute di toni e cambi di registro, dalla caustica ironia iniziale al dramma più cupo, fin troppo esagerati.

Ottime la giovanissima Lea Von Acken, nel difficile ruolo della 'votata al martirio' Maria, e Franziska Weisz, madre padrona al cui volere si piega anche l'imbelle marito e padre della ragazzina.

Voto: 6,5.

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