Regia di Yi'nan Diao vedi scheda film
Arriva dalla Cina, il film noir che non t'aspetti. Un genere, in Asia, decisamente più consono al cinema di Hong Kong o a quello coreano. Diao, invece, sorprende tutti, con uno scuro, gelido, intenso thriller, fra corpi smembrati, neve e tanta, tanta malinconia. Conquisterà, nel 2014, anche l'Orso d'Oro al Festival di Berlino. Mica paglia. Il protagonista, faccia da detective decaduto, beone e fascinoso, perfettamente nel ruolo, porta a spasso la sua maschera e l'avvicina a quella della bella Lun Mei Gwei, bravissima, commessa silenziosa e tormentata di una triste lavanderia di periferia. Attorno c'è una storiaccia di cadaveri fatti a pezzi, sparpagliati fra il carbone e il ghiaccio, che permea insistentemente tutto il film, così come la notte e le luci, usate in maniera splendida dal regista. E' un film molto lento, fin troppo, che si muove, però, implacabile, dipanando la sua trama piano piano, fino a farsi interessante soprattutto nella seconda parte, quando la situazione comincia a chiarirsi. Non è una storia travolgente, diciamolo, ma l'atmosfera e i volti, la sostengono egregiamente, insieme ad una regia attenta e, a tratti, spettacolare. E' un genere di film che non è molto nelle mie corde, ma sono riuscito comunque ad apprezzarlo, e, quindi, gli appassionati potrebbero trovarlo di grande interesse. Io ho vissuto di suggestioni, cosa di cui questo lavoro è zuppo. Un bello squarcio sul cinema cinese, spesso, da me, sottovalutato. Da guardare in un giorno di pioggia.
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