Una giovane donna, un angelo che indossa un lungo cappotto beige, vaga all'infinito mentre filosofeggia sulla sofferenza degli angeli. Ritrovatasi nel centro storico de L'Aquila, la città distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009, si rende conto di come la vita non sia ancora tornata alla normalità. Cosa che le diviene evidente dalle immagini di devastazione e dalle dichiarazioni di un gruppo di dannati imprigionati nella città fatiscente.
Note
Letterario, lirico e teatrale, a tratti forzatamente didascalico, questo primo capitolo di una trilogia destinata a Purgatorio e Paradiso impatta la realtà aquilana di oggi nell’unico modo possibile, ben lontano da guzzantiani massimalismi benpensanti, buoni solo a raggranellare facili consensi.
L’Aquila, 2014: l’Inferno. Venti abitanti della città intrappolati, costretti a una convivenza immobile nella prigione dell’atrofia esistenziale. Tra le macerie, le stesse del 2009, si muovono inermi, incapaci di comprendere ciò che ormai da tempo è accaduto, dunque impossibilitati ad agire. «Mi sento innocente. Mi sento nell’Inferno. E mi sento… leggi tutto
L’Aquila, 2014: l’Inferno. Venti abitanti della città intrappolati, costretti a una convivenza immobile nella prigione dell’atrofia esistenziale. Tra le macerie, le stesse del 2009, si muovono inermi, incapaci di comprendere ciò che ormai da tempo è accaduto, dunque impossibilitati ad agire. «Mi sento innocente. Mi sento nell’Inferno. E mi sento…
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