Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
Yoshi (Tasuo Saito) deve sottostare non di rado al dispotismo del suo principale Iwasaki; i due figli anche devono subire le prepotenze di compagni che obbediscono a Taro, figlio di Iwasaki. Ma loro riescono ad avere la supremazia sui compagni grazie all'aiuto del fattorino del sakè e costringono anche Taro a fare atto di sottomissione a loro e riconoscere che il loro padre è superiore al suo; poi però vedono le umiliazioni del padre di fronte a Iwasaki, se ne vergognano, rimproverano il padre e iniziano uno sciopero della fame di protesta, ma al mattino dopo si riconciliano e invitano il padre ad ossequiare il boss incontrato per strada; anche loro correggeranno Taro dicendo che il padre di lui è più importante del loro. (sbagliato che criticano "perché sono piccoli. Quando diventano adulti, capiscono", e che "tra i ragazzi c'è un rapporto paritario", MyMovies). Lo trovo fra i migliori film fin qui, nei rapporti fra i fratelli, fra loro e il padre, fra loro e i compagni in contrasto e poi in coerenza con quello fra il padre e il suo boss, ben giocato fra sentimenti e ironie e umorismo. Stupidaggini le retoriche sull'innocenza dei bimbi e sul loro rapporto ugualitario, di cui parla anche Jonathan Crow. Non mi disturba il modo irrealistico con cui i bimbi piangono (in generale nei film di Ozu), strofinandosi gli occhi con le mani e gemendo; non so perché, ma mi piace più che se fosse realistico…
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