Regia di Mario Imperoli vedi scheda film
Mia moglie, un corpo per l'amore è la prima pellicola diretta da Mario Imperoli, poco più esperto di un dilettante allo sbaraglio e con un budget a disposizione veramente molto limitato. L'unico effetto speciale nell'intero lavoro, a dirla tutta, sono le ottime tette della protagonista, inquadrate più spesso e con maggior cura e interesse del volto stesso; Antonella Murgia è in ogni caso un nome che dice poco, sebbene il suo corpo sia riuscito a meritarsi il titolo di un film: questo. La sceneggiatura del regista e di Franco Daniele (con la collaborazione per i dialoghi di Silvia Silvani) è un intreccio di accoppiamenti - per quanto non si scada mai nell'hard - privi di più di tanti raccordi logici, con finale sanguinolento a sorpresa; anche se in quegli anni il thriller a sfondo erotico come genere e la crisi della coppia borghese come argomento fossero elementi piuttosto comuni sul grande schermo nostrano, difficilmente si potrà trovare un prodotto con meno idee di questo. Silvano Tranquilli e Peter Lee Lawrence sono i nomi principali del cast, ma va rilevata anche la presenza, in una parte minimale, di Michele Placido. Emblematico il suo ruolo, per comprendere lo spessore dell'opera: una manciata di secondi in cui corteggia senza parlare la protagonista, la spoglia e 'la fa sua'. Placido è ancora agli esordi, ma è comunque bizzarra la sua partecipazione a un lavoro di tale modestissimo calibro. 2/10.
Lei, lui e l'altro. La moglie se la intende con un aitante giovane, il marito ne approfitta di una gita in barca a tre per eliminarlo. Ma la donna non sta a guardare.
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