Regia di Mark Levinson vedi scheda film
LHD, Large Hadron Collider: l'impresa scientifica più estrema della storia umana ha luogo in Svizzera, al Cern, dove migliaia di studiosi lavorano sul cosiddetto bosone di Higgs.
La particella di Dio è un documentario di buon valore scientifico, ma purtroppo non si può dire altrettanto dell'efficacia dei contenuti; è per forza di cose limitata, infatti, la spendibilità di un'opera improntata in maniera così tecnica come questa, che non si sofferma a spiegare più di tanto le basi dei complicati - quantomeno per lo spettatore medio - argomenti tirati in ballo. Non è quindi una sorpresa trovare un 'tecnico' dietro la macchina da presa, quel Mark Levinson che come regista può dire poco (opera prima e ultima fino a qui: il semisconosciuto Prisoner of time, di venti anni esatti prima, 1993), ma che è un ingegnere del suono fra i più rinomati a Hollywood, già con Lynch (Fuoco cammina con me), Fincher (Seven, The social network), Coppola (L'uomo della pioggia) e tanti altri. Un centinaio di minuti pesanti come macigni, se non si è laureati in fisica quantomeno; la materia del film è di indubbio interesse, ma francamente poco rimane al termine della visione. Va comunque sottolineata positivamente la scelta di far parlare dei progetti del Cern direttamente coloro che vi sono impegnati, a partire dalla direttrice, l'italiana Fabiola Gianotti. Inevitabilmente, però, era lecito attendersi qualcosa di più facilmente approcciabile. 5/10.
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