Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Per la regia di tale Richard Linklater, un film ritenuto da tanti un capolavoro ma che io, sarà per mie limitazioni, non riesco ad apprezzare fino in fondo per via della sua eccessiva minutezza contenutistica.
Mah.
Decisamente, un bel "mah".
Boyhood è un film indipendente del 2014 diretto da Richard Linklater che parla della crescita di un ragazzino, tra genitori divorziati, esperienze scolastiche e traslochi.
Detta così la trama non sembra nulla di che. Quindi qual'è la vera particolarità del film? Semplice: il suo esser stato girato nel corso di 12 anni.
Ebbene sì, 39 giorni di riprese diluiti nel corso di 12 anni (gli attori ovviamente nel frattempo facevano anche altri film, questi con produzioni di un periodo continuo). Un lungo arco di tempo che fa vedere il suo scorrere anche all'interno del film con i cambiamenti fisici dei personaggi delle vicende.
Un'idea innovativa, chiaramente, che potrebbe essere un primo passo per rompere la barriera tra frontiera cinematografica e frontiera della vita reale.
Ma basta questa idea a rendere Boyhood un capolavoro? Basta questa idea a giustificare il quinto posto nella classifica dei migliori film del ventunesimo secolo redatta dalla BBC?
La mia risposta è no.
Un film può essere innovativo quanto vuole, ma servono anche sostanza e contenuto.
Un esempio di film che nonostante la sua importanza storica indiscutibile risulta tutt'altro che un capolavoro? Il cantante di jazz di Crosland, film datato 1927 che ha aperto le porte alla diffusione del sonoro nel mondo del cinema.
Indubbiamente innovativo ed importante per la sua influenza ma che come prodotto cinematografico, e sottolineo prodotto cinematografico, è parecchio modesto.
Allo stesso modo il film di Linklater non è un capolavoro, decisamente no.
Non è un brutto film, è diretto e fotografato discretamente, le interpretazioni di Ethan Hawke e Patricia Arquette sono decisamente ispirate (con quest'ultima premiata addirittura con l'Oscar. Forse eccessivo, ma c'era anche poca concorrenza...) e le musiche sono particolarmente azzeccate.
Il problema è che, a livello di trama e di contenuti, non offre nulla di memorabile o di particolarmente appassionante.
E' apprezzabile la semplicità genuina del suo sguardo e del tono, ma è decisamente poca roba, e che per di più si protrae per troppo tempo, quasi tre ore, con il serio rischio di annoiare.
Ricordo a chi legge che queste sono opinioni puramente personali, e che comunque non è un brutto film, come testimonia il mio voto.
Dovrei però definirlo un capolavoro non per ciò che offre ma solo per come è stato realizzato?
......mmmmmm....Mah....
Voto: 7+/10.
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