Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Il regista Richard Linklater riesce nello straordinario esperimento di realizzare un film in 12 anni, per raccontare in tempo reale l'infanzia e l'adolescenza del protagonista, dai 6 fino all'ingresso al college a 18 anni.
Il protagonista Mason cresce letteralmente sullo schermo di fronte ai nostri occhi, così come vediamo il tempo passare sul volto dei personaggi adulti: che senso natutalezza rispetto ai film "consueti", in cui i personaggi vengono invecchiati col trucco o si ricorre addirittura ad attori diversi, con risultati non sempre credibili!
l film non contiene date che ci informino sul passare degli anni, ma lo scorrere del tempo 2002-2013 è scandito dalle canzoni, dai film, dai videogiochi popolari nei diversi anni, dai fenomeni della cultura popolare, dalle discussioni su politica e attualità (la guerra in Iraq, l'elezione di Obama), dal diffondersi di Facebook.
Dodici anni in cui seguiamo la vita di Mason, reale nella sua normalità: la famiglia, formata dai genitori divorziati e dalla sorella Samantha, i traslochi, le nuove famiglie quando la madre si risposa, le nuove separazioni, i weekend col padre, la scuola, i bulletti, i primi approcci sentimentali, i lavoretti, la passione per la fotografia, la ricerca della propria strada nella vita e tutte quelle esperienze che pezzo dopo pezzo costruiscono la sua personalità di uomo. Il film non ha una vera e propria trama (ma d'altronde nemmeno la vita ne ha una) ed il regista evita i grandi drammi per concentrarsi sui dettagli, piccoli ma non insignificanti, che compongono il fluire di un'esistenza. Il film rivela una capacità dell'autore nel mettere in scena l'autenticità della vita e la profondità dei rapporti umani, soprattutto quelli familiari. Le persone più importanti in questo stralcio della vita di Mason sono ovviamente i genitori. La madre (Patricia Arquette) che fa mille sacrifici per crescere da sola i figli e proteggerli (anche e soprattutto quando sceglie un uomo sbagliato) e quando il figlio sta per lasciare il nido spera che di ogni scelta che ha fatto sia valsa la pena.
Il padre (Ethan Hawke) che non vuole essere un genitore da week end, ma intende instaurare un rapporto profondo con loro nonostante il poco tempo a disposizione: proprio i momenti passati insieme al padre e gli insegnamenti che questi cerca di trasmettergli ("Life doesn't give you bumpers") sono i più significativi per la crescita e la maturazione di Mason oltre che tra i più commoventi.
La sorella (interpretata dalla figlia di Linklater), dapprima smorfiosetta e poi più matura, è un personaggio meno riuscito, nonostante la sua costante presenza sullo schermo soprattutto nella prima parte del film.
Nonostante il film derivi dall'assemblaggio di segmenti girati ognuna ad un anno di distanza dall'altra, fluisce in modo naturale come un'unica pelicola, senza apparente soluzione di continuità, e nonostante la durata di quasi tre ore appassiona senza stancare fino alla fine. In un panorama del cinema americano troppo spesso soffocato dalla ripetitività e dalla banalità di infiniti sequel, "Boyhood" è una boccata di originalità e di freschezza.
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