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Ex Machina

Regia di Alex Garland vedi scheda film

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La recensione su Ex Machina

di mck
8 stelle

“Fucking unreal.”

 

Mettiamola così: “Ex Machina” è un film più bello, rifinito e completo (anche se soffre un po' del "facile" décor geometrico delle inquadrature speculari - per stile contenutistico e forma sostanziale "WestWorld", quello di Nolan & Joy, nel bene e nel male gli deve molto - e delle modalità sbrigative e semplicistiche con le quali viene affrontato e trattato il test di Turing) di “Annihilation”, ma ladattamento del primo libro della new weird Southern Reach Tri-lo-gy di Jeff VanderMeer è più - non affascinante, interessante o stimolante, ma, e paradossalmente, data la sua natura “introduttiva” e parziale - “espanso/sviluppato” dellopera prima di Alex Garland, perché per il suo esordio anche dietro alla macchina da presa oltre che sopra alla macchina da scrivere lo scrittore (the Beach, the Tesseract, the Coma) e sceneggiatore (28 Days/Weeks Later, SunShine e, da Kazuo Ishiguro, Never Let Me Go) di lungo corso ha scelto di mettere in scena due dei totem, financo fondativi, della fantascienza, vale a dire l’Androide (da non confondere con - in ordine “cronologico” di complessità - gli Automi, i Robot, i Cyborg e i Replicanti) ed il suo sovra-insieme contenitore, l’Intelligenza Artificiale (tutti gli Androidi sono dotati, per essere considerati tali, di I.A., ma non tutte le I.A. sono contenute ed espresse da un Androide), cesellando un precipitato di concetti e tematiche “riassuntivi” dello stato dell’arte della speculazione filosofica sull’argomento (con in più, qui, il fattore ginoide declinato a risulta servo-sessuale dell’andro-dio: sull’argomento resta e rimane imprescindibile, fra i tanti, “the Windup Girl” di Paolo Bacigalupi), risultando alla fine per certi versi tanto un bignami quanto per altri (senza spoilerare troppo) un prologo (“incoerentemente” rispetto alla sua opera seconda della cui peculiare caratteristica di prolusione - che quasi certamente non verrà rispettata dal medium cinematografico, anche considerando il fatto che il film è più “concluso” del romanzo - riguardante il soggetto di partenza già s’è detto). Poi, in attesa di “Men” – che forse sarà il film che segnerà definitivamente il passaggio di Alex Garland dall’allure andrewniccoliano (Gattaca, non per il biopunk, ma per il design) a quello charliekaufmaniano (Anomalisa + I'm Thinking of Ending Things) – e di “Civil War”, il capolavoro del marito di Paloma Baeza ad oggi è a tutti gli effetti “DEVS” (che un lustro dopo viene così a "completare" la proverbiale espressione latina mutuata dal greco sulla divinità risolutrice che discende dal cielo calata sul palcoscenico dalle funi e dagli argani della mechanè).

 

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La forzata non-inespressività del protagonista Domhnall Gleeson (il già citato Never Let Me Go, e poi True Grit, Calvary, Frank, the Revenant, Mother!) assolve bene al compito, così come la micro-espressività di Alicia Vikander (the Green Knight), mentre Oscar Isaac (Agorà, Inside Llewyn Davis, Show Me a Hero, lo stesso Annihilation, the Card Counter e Dune), e spiace dirlo, si conferma er mejo fico der bigonzo. Chiude il cast principale, all’interno di una compagnia attoriale molto ristretta, la meravigliosa presenza scenica di Sonoya Mizuno (che poi parteciperà anch'ella ad “Annihilation” e sarà co-protagonista di “DEVS” oltre che di “Maniac”, “Am I Ok?” e “House of the Dragon”). 
Ex Machina” segna l’inizio fattivo della puntuale collaborazione di Alex Garland col direttore della fotografia Rob Hardy e coi musicisti Geoff Barrow (dei Portishead) e Ben Salisbury (“Free Fire”). Il montaggio invece - volutamente e ricercatamente “anonimo” e lineare - in questo caso è di Mark Day (Harry Potter e Fantastic Beasts). Producono Film4 e DNA. Distribuiscono A24 (e 24 sono i fotogrammi a commento di questa pagina: 24 fotogrammi al minuto, ch'è il famigerato tempo di lettura) e Universal.

 

Ava, nel Mondo: naturalista entomologa in felice ricerca dal vivo, sul campo, dell'esperienza del Creato (l'artefice umanità ∼≈≅≠≡ microbiota intestinale). E quel formicolio tra le gambe...

“Fucking unreal.” 

* * * ¾ - 7½    

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