Regia di Alex Garland vedi scheda film
Sci-fi low budget, perfetto per un debutto alla regia. Alex Garland scrive e dirige scommettendo soprattutto sui dialoghi e sulle interpretazioni. La cosa non deve sorprendere. Stiamo infatti parlando del romanziere (suo The Beach) e sceneggiatore di film quali 28 Giorni Dopo (2001), Sunshine (2007) e Dredd Il Giudice dell'Apocalisse (2012). La scelta pertanto è calibrata e apprezzata, tanto da consentire a Garland di conquistare una nomination all'oscar quale autore della migliore sceneggiatura originale. Eppure nello script l'azione latita. A interessare è lo sviluppo dei quattro personaggi al centro del film, con dubbi continui circa la loro effettiva identità. Chi è umano e chi non lo è? (Garland omaggia i classici della narrativa fantascientifica della cosiddetta golden age). Manipolazione mentale, doppi giochi e valutazione finalizzata a quanto l'intelligenza artificiale possa costituire una forma effettiva capace di dar vita a un surrogato dell'uomo.
Il film, apprezzatissimo e in nomination in una serie di premi e festival, non è del tutto riuscito. Mancano colpi di coda capaci di mescolare un indirizzo che tende, strada facendo, a essere abbastanza telefonato (il fatto che il giovane allievo abbia immaginato di essere controllato anche nei blackout era piuttosto scontato). Fotografia volontariamente asettica con colori sparati al servizio di scenografie futuristiche.
Può un cyborg avere sentimenti? Quando il suo modo di comportarsi rispecchia un'effettiva verità e quando invece è mera recitazione? L'unica certezza è che l'uomo, a quanto pare, oltre a farsi abbindolare dalle donne si fa abbindolare anche dai surrogati delle stesse. Siamo proprio messi bene...
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