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Big Hero 6

Regia di Don Hall, Chris Williams vedi scheda film

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La recensione su Big Hero 6

di EightAndHalf
7 stelle

La Disney svende i suoi piccoli gioielli come pane quotidiano, con una freschezza e una leggerezza invidiabile da tutte le altre produzioni di cartoni animati: la tecnica rimane sempre impeccabile, e la storia ha sempre qualcosa in più da offrire, sul campo dell'intrattenimento ma anche sul campo tematico. Senza andare troppo per il sottile (si parla dopotutto di un cartone animato, e l'odiosissima contestualizzazione è d'obbligo), Big Hero 6 riesce nell'intento di divertire e di far riflettere. Il fatto che l'appeal tenerone di Baymax, il gigantesco adorabile robottone morbido di vinile, sia l'effettiva calamita dell'attenzione, è un elemento da non nascondere, e che riduce esponenzialmente gli altri interessi che può destare il film. Per quanto la storia sia ben intrecciata e articolata (qualche difficoltà forse per i più piccoli), la sensazione costante è che molto sia saccheggiato da altre opere (non necessariamente Disney), un po' di Jimmy Neutron di qua, una spruzzatina degli Incredibili di là (e la zia del protagonista Hiro è molto simile alla madre della famiglia di supererori della Pixar), e un contorno di Dragon Trainer con la nuova coppia Hiro-Baymax a sostituire Hiccup-Sdentato negli svolazzamenti mozzafiato sopra la città (o villaggio che sia). 

 

scena

Big Hero 6 (2014): scena

scena

Big Hero 6 (2014): scena

 

A San Fransokyo, curioso ibrido di metropoli ultratecnologica e urbanistica ossessionata per le strade in salita (un inseguimento è d'obbligo, e giunge in tempo per assecondare le proprie aspettative citazioniste), Hiro è un patito della tecnologia avanzata, tanto da risultare capacissimo nel suddetto campo già all'età di 13 anni. Per farsi ammettere all'università frequentata dal fratello Takashi progetta dei minibot capaci di trasformarsi ed assemblarsi con il semplice pensiero, ma un'esplosione finisce per fargli perdere non solo il suo materiale sperimentale, ma pure Takashi stesso. Baymax, guaritore sgonfiabile progettato dal fratello morto, risulta essere presto la chiave di volta perché Hiro scopra cosa si nasconda dietro la strana sparizione dei suoi minibot e soprattutto superi la durissima fase del lutto. L'intruglio citazionista di Big Hero 6, che parte come curioso confronto fra umanità e robotica (Hiro e Baymax nei loro esilaranti confronti), finisce per diventare un fumettone che non si capisce mai se prende in giro o meno la fissa della Marvel per i supereroi. Caratterizzato da un carattere imprevedibile, nonostante risuoni continuamente di già visto e già sentito, il nuovissimo film della Disney sa riflettere sul ruolo della scienza e del suo utilizzo, e su come essa possa arrivare a fare del bene (a colmare il vuoto lasciato da un morto addirittura?). Se Baymax assomiglia in certi momenti a un Numero 5 di nuova generazione (è al robot di Corto circuito di Badham a cui ci si sta riferendo), è anche vero che non assomiglia a nessun'altro, diverte con i gesti più semplici e innocui, e sa scatenare le risa in maniera praticamente irrefrenabile, anche se con risultati altalenanti e soprattutto facilmente ottenibili. La creatività dello script cozza dunque con questo continuo saccheggio di stereotipi, e anche i personaggi di contorno risultano poco nuovi, né eccessivamente interessanti.

 

scena

Big Hero 6 (2014): scena

 

Eppure il film funziona, specie sul lato dell'intrattenimento. Lo spettatore può anche spassarsela in più di un'ora e mezza di film, e farsi prendere da una storia un po' complicata e nonostante tutto altamente istruttiva, senza eccessive melensaggini ma con alcune sequenze di forte intenzione drammatica (torna Dragon Trainer 2, se pensiamo a Baymax che a comando potrebbe anche diventare cattivo). Anche perché il carattere citazionista e la componente del copincolla si confondono in continuazione, non definendo mai il proprio confine, ma riuscendo in un roboante e scatenato mix di ironia, azione e morale (sebbene, come al solito per la Disney, distribuiti e localizzati un po' schematicamente sull'intera pellicola). Un film, insomma, da vedere a mente serena, con una prima parte decisamente curiosa e una seconda parte un po' ridondante con uno sviluppo narrativo finale che, viste le recenti visioni, non può non sembrare un mezzo occhiolino a Interstellar

 

scena

Big Hero 6 (2014): scena

 

Bello. Forse, a ben pensarci, evitabile, ma a volte si ha bisogno anche di questo.

 

locandina

Big Hero 6 (2014): locandina

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