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Lucy

Regia di Luc Besson vedi scheda film

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La recensione su Lucy

di EightAndHalf
7 stelle

<<Mamma, sento tutto.  Lo spazio. La terra. Le vibrazioni. La gente. Riesco a percepire la gravità. Riesco a percepire la rotazione della terra. Il calore del mio corpo. Il sangue nelle mie vene. Riesco a percepire il mio cervello. Il profondo della mia memoria. Il dolore nella mia bocca. Ora capisco queste cose. Riesco a ricordare la sensazione della tua mano sulla fronte quando avevo la febbre. Ricordo di accarezzare il gatto, era così morbido. Ricordo il gusto. Il gusto del tuo latte nella mia bocca. Il sapore, il liquido caldo>>.

 

Scarlett Johansson

Lucy (2014): Scarlett Johansson

 

Istinto, civiltà, è tutta questione di percentuali? "Quanto utilizziamo il nostro cervello?" sembra il titolo di un qualunque documentario che specula sulle abilità della mente umana, ma Luc Besson rende questa piccola curiosità, talmente sfruttata da essere divenuta inezia, il principio base del suo ultimo lungometraggio, Lucy, coinvolgente action movie scoppiettante di adrenalina e compiaciuto delle problematiche filosofiche che azzardatamente si ritrova a proporre di fronte a un vasto pubblico da blockbuster come sarà quello che accoglierà la pellicola nelle sale. Besson intreccia i fili di un divertissement intelligente, tutto avvitato intorno a una singola idea filtrata attraverso un climax ascendente sempre più avvincente. Si sa che il regista francese è in grado di gestire con abile maestria le scene d'azione, sfiorando il kitsch, l'esagerazione e l'iperbolico, ma in Lucy simile ipertrofia risulta destinata a una causa più "interessante" e vicina alle menti che hanno intenzione di porre un minimo di attenzione a un prodotto che in molti altri casi avrebbe presupposto la piattezza dell'encefalogramma. Il dilemma che Besson ci riporta, in questa concitata successione di immagini alternativamente velocizzate, al ralenti e studiate con attenzione, è il seguente: cosa succederebbe se avessimo accesso alla totalità del nostro cervello? Rotolandosi su tale quesito, e lanciando anche alcune sentenze sulla natura umana, incapace di affrontare simili stadi della conoscenza e orientata verso due soli possibili futuri, la riproduzione o l'immortalità, Lucy si diverte ad affiancare l'utile e il dilettevole, trasformando in continuazione l'uno nell'altro, creando un incredibile fusione fra puro spettacolarismo e avvolgenti aporìe puramente concettuali, magari improbabili ma certo non immediate. Presentando al contempo un personaggio femminile tipicamente bessoniano, scattante e più forte degli uomini (da Nikita Il quinto elemento, si è visto cosa le sue donne sono capaci di fare).

 

Scarlett Johansson

Lucy (2014): Scarlett Johansson

 

Lucy è cinematica ammaliante, colpisce positivamente per come riesce a far trascorrere la sua ora e venti di durata in un attimo. La sua conclusione, fuori da qualsiasi direzione morale, - volendo - affascinante, specie se ci si aspettava un blockbuster senza cervello, è che l'aumento della percentuale di mente utilizzata dall'essere umano (in questo caso da Lucy, una Scarlett Johansson che non smette di essere incredibilmente attraente) provoca la crescita della conoscenza, più che delle sensazioni: Lucy non prova dolore né desiderio, ma comprende simili aspetti, come se li/si guardasse dall'esterno, privandosi dunque di qualsiasi spontaneità. Nonostante ciò, la realtà non risponde a precisi calcoli logici, ma è un caos (regolato dalla scienza, artefatta per eccellenza) unicamente condotto dal Tempo, vera unità di misura dell'esistenza. Tutto, dunque, è una conseguenza del tempo, e non c'è scampo per chi ancora dà importanza alle lettere e ai numeri. 

 

Scarlett Johansson

Lucy (2014): Scarlett Johansson

 

 

Ma Besson non si ferma qui, a costo di far dire a Lucy altre impressionanti rivelazioni nei momenti più concitati e quindi meno adatti. Stupisce, in tal senso, che simile conoscenza filosofica giunga alla mente di Lucy attraverso l'utilizzo di una droga in polvere, di colore blu, secreta dalle madri incinta durante la gravidanza in piccole dosi. Una sostanza che è una vera bomba atomica per un feto, e che riprodotta in laboratorio costituisce un forte scossone per l'organismo. Corpo e astrazione raggiungono quindi un punto d'incontro, inspiegabilmente proprio in Lucy che di speciale non ha nulla, e che si ritrova impelagata in traffici di droga senza averne avuta intenzione. Basso e alto si incontrano, in Lucy, la banalità di antagonisti trafficanti di allucinogeni (Choi Min-Sik è proprio l'Oh Dae Soo di Old Boy) e l'originalità di una super-donna il cui potere ci viene spiegato scientificamente e con genuine e golosissime riflessioni viranti al grossolano ma interessate soprattutto allo stupore. 

 

Min-sik Choi

Lucy (2014): Min-sik Choi

 

E la confezione del film viene incontro a quest'attraente storia che sfida il tedio e lo vince su tutti i fronti: la regia si destreggia in dinamicissimi momenti con grande savoir faire e rendendosi "invisibile" (non si pensa più a come si sta guardando la vicenda, la si segue e basta), le musiche accompagnano i vari effetti speciali ammorbidendo il gigantismo di questi ultimi (tutta la sequenza finale) e gli attori si attrezzano per bene, divertendosi e facendo divertire, interpretando ruoli che magari potevano anche essere arrotondati meglio, da un Morgan Freeman che sembra sempre lo stesso personaggio fino a un Amr Waked francamente superfluo per il complesso di vicende. Tra ironia schiamazzante e un po' di violenza per lo più fuori campo, Lucy vive del corpo di Scarlett, e se lo spettatore avrà l'umiltà di farsi prendere in giro dal Cinema (come sempre è successo e sempre dovrebbe accadere), troverà nel lavoro di Besson pane per i suoi denti.

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