Regia di Luc Besson vedi scheda film
Se il cinema continua a riflettere sul rapporto tra corpo concreto ed esperienza digitale, tra il bisogno fisico di sentire le cose e l’atarassia di un mondo che s’è dimenticato la materia, gli ultimi tre ruoli sci-fi di Scarlett Johansson discutono esemplarmente questa tensione: con Lei racconta del deragliamento sentimentale di un uomo che è social prima che sociale, con Under the Skin s’inventa una parabola in cui si scontrano il vitreo sguardo registrante di un occhio alieno, il degrado della morale e i desideri bassi dell’uomo.
Con Lucy, che sente tutto, inverte quell’intorpidimento dei sensi, quella tragica insoddisfazione che ossessiona i corpi di oggi, da Shame a Nymph()maniac. La mafia cinese le taglia lo stomaco, lo riempie di una nuova droga sintetica che in lei si scioglie ed esplode. Così comincia a gestire ben oltre che il 10% del cervello, come il protagonista di Limitless. E a conoscere lo scibile possibile, come quello di Un’altra giovinezza. Esasperazione della martire bessoniana, Lucy incarna, e poi umilia, il sapere e il potere della tecnologia contemporanea. Finendo per ricordare all’uomo 2.0 quello che conta, come fosse un racconto morale. Prendere o lasciare: autorialismo volgare, a suo modo teorico, sul filo di un’onestissima parodia, è un fumettone sublime, intrattenimento sfacciato, bignami for dummies di filosofia zen a rotta di collo. Era da Crank che non ci si divertiva così.
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