Regia di Luc Besson vedi scheda film
FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO 2014 - PIAZZA GRANDE
Lucy apre ed inaugura in modo rutilante la 67esima edizione del Festival di Locarno ed appare, specialmente nella sua prima concitata parte, qualcosa di piu' di quello che, chi come me da tempo ha imparato a diffidare dei vezzi ammaliatori di Besson, si puo' maliziosamente aspettare dal più noto cineasta francese moderno, non senza una buona dose di motivato pregiudizio.
Una bionda mozzafiato, una valigia dal contenuto misterioso e dall'apertura a codice segreto; un amico ingenuo che incastra la ragazza costringendola a consegnare l'oggetto ad un estraneo all'interno di un lussuoso hotel: ed ecco che la sexy e bellissima Lucy (guarda caso omonima della prima genitrice dell'umanita', battezzata con quello stesso nome dai suoi scopritori e studiosi) si trova tra le grinfie di uno spietato boss di Taipei, (e' proprio lui, l'inquietante e strafatto Choi Min-sik, qui pazzo ed assassino quasi quanto in I saw the devil o Old boy) che trova modi opportuni per fargliela aprire al fine di verificarne il contenuto.
Contemporaneamente (ed astutamente) la storia segue la conferenza che un luminare specializzato in scienza dell'evoluzione (un rassicurante Morgan Freeman) sta tenendo a Parigi, esibendo senza remore una sua interessante seppur bislacca teoria sulle potenzialita' inespresse in capo alla mente umana, utilizzata, secondo lo scienziato, solo per un 10% delle sue effettive possibilita' da parte degli esseri umani, e per percentuali ancora inferiori da parte delle altre specie viventi.
Questa seconda vicenda ci riporta a quella principale, con la povera Lucy costretta nel ruolo di "mula" trasportatrice nel ventre di una sostanza stupefacente potentissima in corso di lancio sul mercato.
Ma quando il pacco costretto a forza nel ventre della protagonista si rompe a causa di una violenta colluttazione, per Lucy gli effetti della droga nel corpo troveranno strada fertile per sviluppare nel cervello della vittima le gia' accennate potenzialita' inespresse in una mente ordinaria.Con effetti micidiali ed apocalittici.
Strutturato e congegnato come un action forse anche prevedibile, ma concitato, di gran ritmo, con corse in auto e scontri nel traffico cittadino degni del piu' truzzo Transporter, Lucy e' un (dis)onesto ma godibile thriller che riporta alla ribalta le donne eroine di Besson, quelle che sfoderano i connotati piu' virili e micidiali quando le circostanze le mettono alla prova: siano esse killer costruite a tavolino come Nikita, o bimbe toste con piantina sottobraccio al seguito di Leon, addirittura icone storiche come Giovanna D'Arco: donne apparentemente qualunque che riescono a farsi strada nel mondo della fantasia o della storia tramandata sino a noi, con le consuete necessarie edulcorazioni che il cinema puo' prendersi il lusso di utilizzare senza risparmio.
La storia si sviluppa alternando acrobazie e sparatorie efferate a fanta-teorie anche affascinanti in base alle quali la mente umana, impegnata ed utilizzata in percentuali piu' adeguate, riesce ad impadronirsi completamente dell'uso dei cinque sensi e di altri ncora, sconosciuti fino ad ora, sfidando leggi inconfutabili della fisica come la gravita' o altri dogmi, ed arrivando ad enunciare che i numeri, le misurazioni, le formule e tutto quanto attiene alla matematica piu' elementare, non sono altro che metodi posti dall'uomo per regolare la propria intelligenza al minimo indispensabile per elevarsi dalla base animale! rifuggendo e scampando pericoli insiti nell'esercizio della piena forza cerebrale.
Raggiungendo utilizzi di materia cerebrale da eletti, l'uomo perde la cognizione o il limite dello spazio ed il fattore "tempo" rimane l'unico elemento fondamentale e distintivo dell'esistenza, unico limite invalicabile e costante.
Certo poi la vicenda, nel tirare le somme di una storia che nasce anche con certe ambizioni, finisce per svilirsi nella solita e piatta distribuzione a pioggia di effetti speciali che supportano banalmente o semplicisticamente soluzioni certo difficili da esplicitare visivamente, frutto di un utilizzo forsennato della fantasia e dell'immaginazione.
Scarlett Johansson, gia' aliena misteriosa nell'ambiziosissimo ma poco riuscito Under the skin, e dopo essere stata la voce sexy e trainante del commovente Her, sempre incentrato sulle potenzialita' cerebrali evolute, e' da tempo l'attrice del momento, bella, sexy, moderna, burrosa ma agile, con un timbro vocale strepitosamente avvenente e coerente con la perfezione fisica con cui riesce a farsi apprezzare da chiunque a questo mondo, e forse pure altrove, bellezza-regalo e simbolo di qualcosa di perfettamente riuscito, frutto di un felice compromesso di una natura che sa essere a volte benevola ed ispirata.
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