Regia di Marco Risi vedi scheda film
Tre tocchi, tre palleggi o smarcature che dir si voglia, ed il gioco è fatto: avversario superato, azione che si conclude in rete: risultato, riuscita, gloria, fama soldi.
Se la vita si giocasse in un campo di calcio, sarebbe certo facile, almeno teoricamente, trovare la soluzione per realizzarsi e divenire celebri e ricchi.
Nel mondo di tutti i giorni la stessa ricetta può essere una metafora valida soprattutto come esempio, ma certo necessita adattamenti ed affinamenti piuttosto complessi per ogni singolo individuo.
Una squadretta di calcio amatoriale raccoglie un gruppo di ragazzi ed uomini in qualche modo legati al mondo dello spettacolo: il bellone “fisicato” dopo ore di palestra e pugilato, che sembra la quintessenza del tronista, dell'uomo da reality, quello che mentre fa l'amore si guarda allo specchio per constatare quanto sia figo; quello che di fatto vive grazie alla scultorea perfezione delle proprie fattezze, che lo hanno reso celebre e celebrato dentro le pagine di quei fotoromanzi che ora gli stanno stretti e dai quali cerca di veicolarsi verso le serie televisive, se non al cinema.
Ma c'è anche il suo rivale, bellino ma più cerebrale, gracile con quell'aria da secchione e primo della classe: uno che ha talento, ma non sfonda e per questo cede alle regole della sopravvivenza e del compromesso frequentando una attempata diva del cinema, che lo mantiene e gli promette la telefonata appropriata per raccomandarlo a chi conta veramente; poi ancora uno stewart d'albergo che sogna di essere già una star anelata e ricercatissima, e di occupare le pregevoli lussuose camere destinate alla clientela dell'hotel in cui lavora, in compagnia di una diva fatale alla Marilyn, che nelle sue visioni assume le sembianze procaci ed ironiche di Valentina Lodovini. E quindi ancora un attore di pubblicità e spot che tenta la via dell'ingaggio importante prima di far ritorno al paese, dove tutti lo trattano apparentemente come una celebrità, ma nei riguardi del quale nessuno, tranne una obesa devota lontana cugina, osa rispettarlo e credere in lui; un cantante ed attore di teatro che sceglie di far passare la tourné del proprio provocatorio spettacolo nel paesino dal quale egli partì per non fare più ritorno, aggredito dalle malelingue di invidiosi conterranei ignoranti e gelosi. E per finire un cantante di ristoranti e night che vive di uno stress furente e furioso il non essere preso sul serio e valutato come un dignitoso e impegnato professionista, e facendo scontare queste sue rabbie sulla fidanzata bionda ed avvenente, pure lei con velleità di entrare nel mondo effimero e impalpabile dello spettacolo.
Storie di uomini a cui Marco Risi ci ha abituato già dai Soldati 365 all'alba di fine anni '80; storie di tentativi disperati di trovare una realizzazione che sembra sempre passarci vicino e proseguire.
Storie di spogliatoi e di confessioni, di gelosie e di ironiche goliardiche esplosioni di ilarità e disincanto: una umanità che si mette a nudo, fisicamente ma anche caratterialmente, e si batte per sopravvivere fino al giorno della grande chiamata.
Amicizie più o meno virili che trovano il modo di prendersi in giro ed ironizzare di sé, con l'apparizione, onirica e sognante, tra i fumi di un sogno che pare più vero della realtà, di tre divi(e) illustri (Giallini, Argentero e Santamaria) che tranquillamente curano i rispettivi celebri tratti con una maniacale e spigliata tecnica che farebbe invidia ad un trio di shampiste d'esperienza.
Il cinema di Marco Risi massacra e dissacra, tra cronaca e ritratti di umanità a cui non resta che sognare la piena e completa realizzazione.
Tre tocchi, con il suo Amleto recitato nelle docce, nudo tra i nudi, convinto e sincero perché in quel frangente nulla può essere celato o nascosto, è un piccolo film molto riuscito che mette letteralmente a nudo, senza falsi pudori - in linea con le migliori opere del Risi stesso - le aspirazioni, le attitudini, l'orgoglio che ancora rendono vivi e lottatori un gruppo di giovani che non riesce a trovare alternative alla soluzione ideale e definitiva: quella di sfondare nel mondo dello spettacolo facendosi notare dal regista dei registi (per davvero!!) e facendosi domandare da quest'ultimo, al termine dell'audizione più importante: “Come ha detto che si chiama lei?”.
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