Regia di Marco Risi vedi scheda film
Gruppo di attorgiovani (o quasi) in un interno: lo spogliatoio, il luogo di chiacchiere più intimo al quale gli uomini possano aspirare. Dopo la proiezione al Festival di Roma 2014 qualche spettatrice s’è un po’ risentita, per via della misoginia di fondo tra le righe del loro cicaleccio. Ci sta, non frequentando gli spogliatoi maschili dove la grevità fa parte del gioco. Casomai il problema del film è di non riuscire a restituire altrettanta autenticità nel descrivere il “fuori”. Fuori dal campo da calcio, fuori dai box doccia... dove incandescente si fa la lotta per avere una parte, tra audizioni, imprecazioni, adesioni maniacali ai personaggi. Marco Risi pedina sei personaggi in cerca d’autore con notevole senso della narrazione cinematografica, quasi a volere scongiurare il rischio teatralità o qualsivoglia tentazione “fotoromanzesca” (il riferimento è a uno degli attori che crede di essere costantemente sprofondato in un fotoromanzo, anche fuori dal set). Non sempre però i ritratti risultano azzeccati. Anzi, spiace l’indulgenza con la quale si maneggiano i cliché dell’”attore sfigato” o di quello che a quarant’anni ancora aspetta di svoltare. Né sono del tutto incisivi i volti freschi dei protagonisti, che lasciano ai margini le “celebrità” (Giallini, Inaudi, Ludovini...). Nonostante una certa irresolutezza, l’operazione di Risi è comunque interessante. Consigliato a un pubblico maschile, però...
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