Trama
Un gruppo di sei attori più o meno giovani lottano quotidianamente contro mille difficoltà nel tentativo di emergere mentre occupano il tempo libero a giocare a calcio. Gilles è un giovane attore di soap, bello e amato dalle ragazzine, spavaldo all'apparenza, ma così insicuro e debole che finisce nel tunnel della cocaina. Vincenzo passa le sue giornate ad accudire il padre in ospedale, è sempre cupo e silenzioso, si mantiene cantando in un ristorante, ma nonostante il suo talento e la sua bellezza statuaria si sfoga nel sesso e nella violenza fisica. Leandro, il più grande del gruppo, torna nella sua Napoli, con una consapevolezza e determinazione diversa da quella in cui la aveva lasciata molti anni prima, decidendo di chiudere i conti con un passato ingombrante ed oscuro e muovendosi sotto le smentite spoglie di Jennifer, il trans che interpreta a teatro. Anche Max torna spesso nella sua terra, la Basilicata, dopo l'illusione di poter fare una vera carriera, ritrovandosi a un doloroso bivio. Antonio fa teatro, grazie anche alla donna che lo mantiene e che ha trent'anni più di lui, ma è coraggioso, si è rimesso in discussione, ha studiato, ha rischiato, e affronta il provino che gli permetterà di fare il protagonista della sua vita. Emiliano, infine, si è arreso alle sue insicurezze, ha perso la determinazione e la voglia di farcela: il lavoro da facchino e il passatempo da doppiatore hanno rubato tempo alla recitazione e lo hanno portato a rinchiudersi in un mondo fatto solo di sogni.
Approfondimento
TRE TOCCHI: SEI STORIE INTRECCIATE DAL CALCIO
Diretto da Marco Risi e scritto dal regista con Francesco Frangipane e Riccardo Di Torrebruna, Tre tocchi intreccia sei storie di attori, di uomini alle prese con le loro passioni e frustrazioni, con gioie e delusioni, e con successi e fallimenti. Seppur separate, le esistenze dei sei sono accomunate da due grandi passioni: il calcio e il lavoro, che permettono alle loro esistenze di sfiorarsi e incrociarsi. Con la direzione della fotografia di Andrea Busiri Vici D'Arcevia, le scenografie di Sonia Peng e Massimiliano Forlenza, i costumi di Antonella Balsamo e le musiche di Jonis Bashir, Tre tocchi è stato presentato nella sezione Gala del Festival di Roma 2014 e viene così descritto da Risi: «Sono sei storie che si intrecciano nella comune passione per il calcio. Sei storie di sei attori che lavorano poco. L’obiettivo è vincere un provino che alcuni di loro sono chiamati a fare per un regista importante. Il provino che potrebbe cambiargli la vita… Il pubblico è convinto che il cinema e gli attori in genere appartengano ad una categoria privilegiata, senza rendersi conto di quante frustrazioni, delusioni, amarezze ma anche improvvise rivincite e soddisfazioni questo mestiere comporti. È nato come una scommessa: da sei anni vado a giocare a calcio nella squadra degli attori, allenata dal glorioso Giacomino Losi. La squadra nella quale una volta giocava anche Pasolini… Ogni martedì e sabato ci troviamo su un campaccio di periferia e ogni volta sono racconti allegri e sgangherati di esperienze di vita.
Mi incuriosivano questi attori che non lavorano e che il lavoro lo cercano con ogni mezzo, ma anche con orgoglio e dignità. Li ho convocati, e gli ho chiesto di raccontarmi le loro storie. Ne sono uscite 6, le più belle, vere e forti, piene di sentimento e folli, ma tutte con un’energia che tocca il cuore.
Questo è Tre tocchi, il film che volevo fare, senza soldi ma libero, con un desiderio che non provavo da tempo. Oggi è questo quello che ci vuole».
Interpretato nei ruoli principali da sei attori tutti alla loro prima importante esperienza cinematografica (Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Antonio Folletto e Gilles Rocca), Tre tocchi conta su numerosi cammei eccellenti: da Marco Giallini, Luca Argentero e Claudio Santamaria, in insoliti panni femminili al regista Paolo Sorrentino nel ruolo di se stesso.
Note
Marco Risi pedina sei personaggi in cerca d’autore con notevole senso della narrazione cinematografica, quasi a volere scongiurare il rischio teatralità o qualsivoglia tentazione “fotoromanzesca”. Non sempre però i ritratti risultano azzeccati. Anzi, spiace l’indulgenza con la quale si maneggiano i cliché dell’”attore sfigato” o di quello che a quarant’anni ancora aspetta di svoltare. Né sono del tutto incisivi i volti freschi dei protagonisti, che lasciano ai margini le “celebrità” (Giallini, Inaudi, Ludovini). Nonostante una certa irresolutezza, l’operazione di Risi è comunque interessante.
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Commenti (1) vedi tutti
"Tre Tocchi" di Risi è un prodotto indipendente dalla fotografia tendente alle tinte noir e dei curiosi contenuti esistenzialisti; ciononostante a infastidire è il quadro macchiettistico dei protagonisti, non in grado di uscire dalla loro beffarda bidimensionalità.
commento di Stefano L