Regia di Philippe de Chauveron vedi scheda film
Commedia dei luoghi comuni, capace di toccare con tatto e classe argomenti delicati. In 90 minuti si riesce a sorridere sulle nostre meschinità e pensare a quanto sono stupidi i nostri pregiudizi. Obiettivo nobile e risultato ampiamente godibile. Promossa.
Commedia sui luoghi comuni capace di far sorridere e pensare sulle nostre meschinità. Senza puntare a essere un capolavoro, il film centra in pieno l'obiettivo di sfottere un po' tutti i pregiudizi, mostrandoli per quello che sono: ridicoli.
Magari nulla spicca particolarmente, ma tutto è funzionale alla riuscita dell'opera.
Christian Clavier è il perno del film e riesce in un ruolo subdolo senza essere pesante, anzi azzeccando le giuste espressioni e le giuste battute. E diventa esaltante quando si trova a duettare con il nuovo suocero, un Pascal N'Zonzi che "è come tuo padre, ma nero".
I generi non sono solo "vittime" delle frecciate, ma a loro volta sono autori delle stesse colpendosi tra di loro: riescono tutti e quattro a essere credibili e buoni anelli all'interno della storia. Perché sotto sotto (come dicono ai loro figlioletti) "Gesù Bambino è sopravvalutato".
Tutto sommato un ottimo film, che riesce a toccare argomenti estremamente delicati con una certa classe, pur andando avanti (come detto) per luoghi comuni: era proprio questo l'obiettivo del film sostanzialmente.
Quattro stelle meritate.
E "meno male che non avete una quinta figlia, perché si sarebbe sposata con un rom".
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