Regia di Eric Lartigau vedi scheda film
In una famiglia di agricoltori francesi il padre, la madre e il figlio minore sono sordomuti: soltanto la maggiore parla e sente regolarmente. Al contrario di quanto ci si può aspettare dalle premesse, non è affatto un film sul tema della disabilità: i due adulti, specie Karin Viard, vengono presentati in modo buffo, al limite del caricaturale; protagonista è invece la ragazza, abituata a fare da interfaccia tra la famiglia e il mondo dei “normali” e messa di fronte a un dilemma quando ha la possibilità di andare a Parigi per studiare in una prestigiosa scuola di canto, abbandonando i suoi. Così, paradossalmente, il film ha le banalità tipiche sia delle commedie adolescenziali (il tira e molla con il belloccio della scuola) sia delle storie di formazione di un talento (l’insegnante burbero ma generoso, le difficoltà che sembrano decisive ma si appianano all’ultimo momento); e c’è anche qualche insensatezza di sceneggiatura (possibile che una ragazzona simile non abbia ancora avuto il menarca? e che fine fa la sottotrama della candidatura del padre a sindaco?). Ma la scena dell’audizione, speculare a quella silenziosa dello spettacolo di fine anno, è commovente e trova la giusta sintesi: nessuno deve rimanere escluso dalla bellezza.
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