Regia di Eric Lartigau vedi scheda film
Ho studiato un pò per cercare di evitare i due termini più scontati che possono esser utilizzati per definire questo film. E non è stato facile mettere al bando "carino" e "delizioso", ma direi che "grazioso" ci sta tutto. Sì perchè i francesi si sa che nei filmetti allegro-sentimentali impiegano quel tocco di "grazia" che solo loro hanno in dotazione. Diciamo subito che è un filmino assai leggerino, il che non esclude un impegno sincero da parte di chi lo ha prodotto, scritto, interpretato e diretto. Però, ecco. siamo su livelli molto molto (come dire?) di un "piccolo mondo antico", che è poi quello della provincia rurale francese (e infatti nel film Parigi viene evocata come una lontanissima tentacolare metropoli). Il problema -pur nella grazia e nella simpatia di questo mondo contadino- è che è tutto quanto "fissato" ad una semplicità e bonarietà di fondo che non ammettono il minimo collegamento col reale, cioè con l'attualità che palpita fuori dalle mura della sala in cui si sta vedendo il film. Sembra di stare dentro ad una di quelle palline di vetro che le capovolgi e "vien giù la neve". Ed è una ambientazione, per carità, simpatica...oltretutto sostenuta da attori che ce la mettono tutta a rendere credibile tale sfondo in chiave di umanità e di affetti. Quindi regola numero uno: il film va visto con una certa dose di complicità, cioè adattandosi ai codici di una piccola cittadina di provincia, sennò e inutile andare a vederlo. Ma attenzione, non è che sia un'opera poi così minimale, perchè al botteghino francese ha registrato incassi cospicui e ha vinto anche diversi premi, segno che questa chiave di semplicità un pò naif ha funzionato presso il pubblico (da noi sarà un flop perchè pochissimo supportato a livello di promozione). Allora, abbiamo questa famiglia che vive di allevamento e produzione e commercio di prodotti della terra, guidata da due coniugi entrambi sordomuti che hanno un bambino anche lui sordomuto e una ragazzina che non solo non è sordomuta ma ha un'autentica vocazione per il canto. Va da sè che lei da una parte non può abbandonare il suo "ovile" ma è tentata dal partecipare a concorsi ed esami artistici che però la costringerebbero a numerose trasferte a Parigi. Quale sarà la sua scelta (ancorchè agitata e sofferta) è prevedibile e il film da metà alla fine lo si può vedere ad occhi chiusi, tanto è automatico il suo dipanarsi. La tipa è credibile nel suo rigido attenersi ai modelli della sua generazione e anche le sue amicizie (sia femminili che maschili) sono ordinarie che più non si potrebbe (una sua amichetta le fa "mi sembri Bella di "Twilight": ecco, appunto). Eppure un film del genere non è per nulla sgradevole, perchè smuove un sentimento di grande tenerezza e lo spettatore che non avanza pretese cinefile può serenamente goderne. Perchè questo ha di bello il film: è semplice e simpatico, senza ricorrere a ruffianerie o piacionerie, e la sua gradevolezza vagamente naif non appare mai studiata a tavolino. Ovviamente, la regìa è senza nessuno guizzo, gli interpreti bravini e simpatici, con una segnalazione per la giovane protagonista Louane Emera, dotata di una voce bellissima e del fascino un pò acerbo ma graziosissimo che hanno un pò tutte le adolescenti.
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