Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Recita un proverbio anglosassone, che incita a cogliere le possibilità della vita: «Il mondo è la tua ostrica». Josh Screbnick, ex regista enfant prodige impantanato da lustri nel montaggio di un documentario monstre, si chiede come esprimere l’esatto contrario di quel detto. Borghesi, colti, senza figli per scelta, lui e la moglie sono aggiornati su ogni novità tecnologica, si godono la propria libertà. Ma l’incontro con l’aspirante cineasta Jamie e la di lui partner fa di colpo somigliare quella libertà a una gabbia invisibile: questi due giovani hipster spontanei, amanti del vintage, allergici all’efficienza dei prodotti Apple, sembrano aver preso possesso di quell’ostrica più di loro. Cantore dolente (da solo o col sodale Wes Anderson) dell’amarezza del privilegio wasp, Baumbach non risparmia cattiveria né per la comunità dei trentenni maniaci di VHS e vinili, né per i suoi coetanei afflitti da crisi di mezza età. Ma la commedia dello scontro generazionale è la superficie di un discorso più affilato e globale: quando Jamie coinvolge Josh nel suo progetto per un documentario su un reduce dell’Afghanistan, il film si trasforma nel sequel ideale di Il calamaro e la balena, un tragicomico thriller sulla mancanza di talento e sull’etica dell’immagine, sul senso di fare cinema nell’era della democrazia del digitale. Sul dramma, ombelicale eppure autentico, di non riconoscere il proprio posto dentro quell’ostrica.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta