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L'assassino di pietra

Regia di Michael Winner vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'assassino di pietra

di axe
7 stelle

Il tenente Lou Torrey è allontanato dalla polizia di New York a causa dei suoi metodi violenti. Trovata una collocazione a Los Angeles, e' costretto a tornare nella "Grande Mela" per seguire un'indagine sull'omicidio di un trafficante di droga, nel quale è implicato Al Vescari, anziano capofamiglia di una cosca italo-americana in cerca di vendetta per fatti di sangue di quarant'anni prima. Un anno prima dell'uscita del celebre "Il Giustiziere Della Notte", il regista statunitense Michael Winner dirige Charles Bronson in un poliziesco contraddistinto dal ritmo serrato e dalla molta azione. La trama soffre di qualche incongruenza; la connessione tra le meticolose attività supervisionate dal padrino e gli omicidi del trafficante ed altre persone informate sulla sua morte è un po' forzata, ma il film è comunque piacevole da vedere, e non meno interessante, in virtù della descrizione della società statunitense dell'epoca. Il racconto è ambientato nel 1973; la "fiammata" della contestazione giovanile si è ormai spenta, lasciando la "cenere" dei sogni di chi s'illudeva di poter cambiare il mondo. La mancata o incompleta soddisfazione di legittime istanze ha dato linfa vitale a movimenti dichiaratamente violenti quale quello delle "Pantere Nere" - cui appartiene un personaggio di secondo piano del racconto - e ha condotto alcuni a cercare una sorta di rivincita nel misticismo, il quale prospera negli ambienti elitari delle sette e spesso s'accompagna ad uso ed abuso di droghe. La società americana post-sessantotto, "non è tollerante". Lo dicono chiaramente gli appartenenti alle forze di polizia, inclini all'uso della forza e mai avari di insulti o derisione verso la loro "clientela", in particolar modo quella di colore, la quale è ben consapevole dello status quo. Questa situazione è comune in ogni luogo degli U.S.A., da una New York, preda della criminalità - la mancanza di speranza è attestata dalle inquadrature per lo più notturne - alla West Coast, la quale, a dispetto della solarità con la quale è rappresentata, è incubatrice di mali che propagano i loro effetti in tutta la nazione. Il protagonista Lou Torrey è interpretato da Charles Bronson; il suo è un personaggio piuttosto comune; poliziotto integerrimo, non bada al mezzo pur di raggiungere il fine. Ovvero, infrange un mucchio di leggi e regolamenti. Non mostra alcun compiacimento nell'utilizzare maniere spicce, violenza o armi da fuoco; del resto, i suoi avversari non hanno alcuno scrupolo nello sparare, mentire, sottrarsi alla giustizia. Il suo principale - ed inizialmente inconsapevole - antagonista è un capofamiglia mafioso. Leggermente stereotipato, doppiato in un italiano con accento meridionale, non è tratteggiato come un personaggio particolarmente sgradevole. Ci è presentato come un anziano, distinto nei modi ed animato da uno spirito di vendetta contro personaggi di pari ruolo - e pericolosità - che potremmo definire legittimo, essendo generato da azioni della medesima entità e gravità. Al Vescari è un vecchio ed "onesto" signore del crimine che ha poco a che spartire con la malavita da strada tanto diffusa nell'America dell'epoca. L'ufficiale di polizia non riesce ad incastrarlo; ma, in virtù delle dinamiche presentate, Al Vescari non ha molto ancora da vivere. Qualcuno farà ... vendetta della vendetta. "L'Assassino Di Pietra" è un avvincente poliziesco d'azione, tenuto in piedi da una buona interpretazione di Charles Bronson e ricco di quella critica sociale che il regista esporrà nuovamente, estremizzandola, nel successivo "Deathwish".

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