Aydin, un ex attore emotivamente spento, gestisce un piccolo albergo nel centro dell'Anatolia con la moglie Nihal, con cui ha un rapporto burrascoso, e la sorella Necla, reduce da un sofferto divorzio. Durante l'inverno, mentre la neve ricopre il paesaggio circostante, l'hotel si trasforma in un rifugio sicuro ma anche in un covo che inevitabilmente alimenta le loro animosità.
Note
Il regno d’inverno - Winter Sleep, più che un film, è uno spettacolo da incontrare, anche fortuitamente, come una quercia centenaria o un ciclopico cumulonembo nel cielo. O come un formidabile romanzo: al pari di Theo Angheopoulos, Nuri Bilge Ceylan sembra ascoltare in ogni istante il rumore perenne dell’eternità; come il suo connazionale Orhan Pamuk trasforma la provincia in un altrove misterioso; come Haruki Murakami sembra sapere che in uno sguardo si celano sempre più cose di quelle che si trovano tra cielo e terra.
Palma d'oro al Festival di Cannes 2014. Con questo bellissimo film Nuri Bilge Ceylan torna nella sua Anatolia, per parlarci della Cappadocia, mondo mitico e misterioso fra Oriente e Occidente; fra due culture, non sempre conciliabili.
meritata Palma d'Oro a Cannes, il film regge piuttosto bene le 3 ore e 1/4. sontuoso il setting e la conseguente fotografia, seducente la sceneggiatura e il parterre di attori, tutti convincenti. molto strana la scomparsa a circa metà del film di un personaggio importante come la sorella. dopo un litigio si rinchiude nelle sue stanze e tanti saluti
Bello ma con qualche eccesso di troppo. La scena del dialogo tra lui e la moglie (anzi: del monologo di lui alla moglie) sarebbe perfetta se poi non ci venisse proposto il ripensamento di lui. La scena di lei e dei soldi è di sicuro effetto ma plagiata dall'idiota di Dostoevskiy.
Il gelo blocca e conserva. Utilizza una morte apparente per posticipare il cambiamento. Ha l'aspetto grigio di una verità già consumata, di una promessa sospesa. Eppure, al suo interno, la vita continua a pulsare. Disperatamente, senza pietà, scandendo la durissima prosa di un'anima prigioniera.
“Temevamo un poco questa pellicola a causa della sua durata: tre ore e 16 minuti sono tante! E lo abbiamo iniziato a vedere con qualche riluttanza programmando persino qualche pausa per andare in bagno. Ci siamo però accorti quasi subito che aveva un tale ritmo, una fascinazione tutta sua che lo rendeva avvincente come pochi altri. Ce lo siamo guardato insomma tutto d’un… leggi tutto
"Il Regno d'inverno - Winter Sleep" diretto nel 2014 da Nuri Bilge Ceylan,devo dire che non mi è dispiaciuto. La storia si svolge in Anatolia, e racconta di Aydin, un ex attore benestante emotivamente spento, che scrive nel giornale locale e gestisce un piccolo albergo nel centro del paese con la moglie Nihal, con cui ha un rapporto burrascoso, e la sorella Necla, reduce da un… leggi tutto
Cari amici lontani e vicini:Inginocchiamoci tutti per fermare il razzismo!Io l'ho fatto, anche se sinceramente a me risulta facile,dopo l'episodio di razzismo che,come dicevo non ricordo dove, ho subito sulla mia…
"Il Regno d'inverno - Winter Sleep" diretto nel 2014 da Nuri Bilge Ceylan,devo dire che non mi è dispiaciuto. La storia si svolge in Anatolia, e racconta di Aydin, un ex attore benestante emotivamente spento, che scrive nel giornale locale e gestisce un piccolo albergo nel centro del paese con la moglie Nihal, con cui ha un rapporto burrascoso, e la sorella Necla, reduce da un…
Questa è l'ultima antologia della serie YBSF curata da Gardner Dozois (1947-2018) e contiene i racconti a suo giudizio migliori pubblicati nel 2017.
“The Year's Best Science Fiction:…
Come in un dramma teatrale (materia, tra l'altro, nella quale si cimenta con alterne fortune il protagonista del film, alle prese con la stesura di una "Storia del teatro turco" a cui sembra non voler mai porre fine), le vicende personali di una famiglia proprietaria di un hotel in Cappadocia che si intrecciano con quelle di una povera comunità di loro affittuari, ma anche al disvelamento…
...Ma è inutile cercare le parole La pietra antica non emette suono O parla come il mondo e come il sole Parole troppo grandi per un uomo...
Francesco Guccini -…
Scenario di insolita bellezza e di grande fascino, la Cappadocia del film è anche la regione simbolica del difficile rapporto fra uomo e natura: le case scavate nella pietra dai tempi più remoti, nei mesi estivi paradiso dei turisti, sono in inverno luoghi freddi e inospitali, che le abbondanti e continue nevicate isolano dal resto del…
Aydin (Haluk Bilginer) è un vecchio attore di teatro che gestisce un piccolo albergo situato in Cappadocia, sui monti dell’Anatolia centrale. Ritiratosi ormai dalle scene, da qualche anno si è dedicato alla scrittura di articoli su diversi aspetti della vita culturale della Turchia ed è intenzionato a scrivere un libro “conclusivo” sulla storia del teatro…
Cascate di parole per eclissare sguardi che gridano inquietudini, assopimenti, distacchi...
E soprattutto, cambiamenti.
Si scioglierà quella neve?
Gli inverni di quell'età saranno realmente le ultime stagioni attraversate insieme o lasceranno di nuovo spazio a primavere, magari inconsuete e difformi dalle precedenti, ma pur sempre cinte degli stessi…
Ci possono essere due chiavi di lettura, in definitiva, per questo film. La prima potrebbe essere che questo è il cinema, pensiero che mi è venuto in mente in una delle prime scene: volti segnati, sguardi, parole che pesano come macigni, silenzi, le inquadrature, i tempi giusti. E spesso in questo film ci sono dei momenti al top, delle scene madri, degli squarci di grande cinema.…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (9) vedi tutti
Palma d'oro al Festival di Cannes 2014. Con questo bellissimo film Nuri Bilge Ceylan torna nella sua Anatolia, per parlarci della Cappadocia, mondo mitico e misterioso fra Oriente e Occidente; fra due culture, non sempre conciliabili.
leggi la recensione completa di laulillaUn film estremamente ambizioso che esplora concetti dell'ego maschile e del classismo patriarcale.
commento di SCJmeritata Palma d'Oro a Cannes, il film regge piuttosto bene le 3 ore e 1/4. sontuoso il setting e la conseguente fotografia, seducente la sceneggiatura e il parterre di attori, tutti convincenti. molto strana la scomparsa a circa metà del film di un personaggio importante come la sorella. dopo un litigio si rinchiude nelle sue stanze e tanti saluti
commento di giovenostaUn uomo e un regno sepolto
leggi la recensione completa di _Kim_Semplicemente sopravvaluto. Durata da mettere alla prova una normale vescica.
commento di paoscaQualcosa di carino c'e' ma il resto si perde nella Montagna e la Neve tutt'intorno.voto.4.
commento di chribio1Vinto a Cannes, è un film particolare.
leggi la recensione completa di tobanisBello ma con qualche eccesso di troppo. La scena del dialogo tra lui e la moglie (anzi: del monologo di lui alla moglie) sarebbe perfetta se poi non ci venisse proposto il ripensamento di lui. La scena di lei e dei soldi è di sicuro effetto ma plagiata dall'idiota di Dostoevskiy.
commento di OssIl gelo blocca e conserva. Utilizza una morte apparente per posticipare il cambiamento. Ha l'aspetto grigio di una verità già consumata, di una promessa sospesa. Eppure, al suo interno, la vita continua a pulsare. Disperatamente, senza pietà, scandendo la durissima prosa di un'anima prigioniera.
leggi la recensione completa di OGM