Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
In seguito al buon esordio rappresentato da Hunger Games (2012) e al suo apprezzabile secondo capitolo La Ragazza di Fuoco (2013), eccoci all'inizio della fine dell'adattamento cinematografico degli omonimi romanzi di fantascienza scritti da Suzanne Collins. In realtà ho avuto l'impressione che la scelta di spezzare in due (parte1 e parte2) il terzo e ultimo episodio, Il canto della rivolta, non sia poi stata così felice. Non avendo ancora letto i libri, non saprei però dire se la causa sia a monte, in un racconto che meglio si sarebbe prestato a una trasposizione in un solo film (raddoppiato quindi per esclusive ragioni d'incasso economico) o se al contrario il potenziale sia stato sprecato nell'atto stesso del trasferimento, per esclusiva responsabilità di sceneggiatura, regia ecc.
Ad ogni modo ho constatato come il risultato smarrisca alcuni dei punti di forza dei due precedenti, apparendo meno incisivo e brillante. A dispetto del maggiore interesse dato dalla variazione del punto di vista, non più circoscritto a un'arena bensì esteso al mondo esterno, sembra essere più carente nell'azione, inutilmente prolisso nella narrazione e non molto avvincente nell'emozione. Non si assiste a un'evoluzione nel profilo dei personaggi e persino l'ottima protagonista viene posta talvolta in ombra, non concedendole tutte le possibilità di distinguersi ed eccellere (un peccato per la bravura cui l'attrice ci ha abituati). S'indugia e si dilatano i tempi, dando dominanza alle sequenze rilassate rispetto a quelle cariche di tensione e ritmo. Ma la riflessione non ha una profondità tale da giustificare questa distensione, almeno per come l'ho percepita io durante la visione. Avrei preferito lo stesso dinamismo che aveva caratterizzato i titoli predecessori della saga. Stavolta accade poco o nulla, diluito nelle quasi due ore complessive (benché non mi sia annoiato). Quando il quadro sarà completo, valuteremo l'opportunità o meno di questa scissione della conclusione. Per il momento ci assestiamo un gradino sotto alle attese.
Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta agli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sembra un sogno... invece è un incubo. Katniss è in pericolo e con lei tutti coloro cui vuole bene o che le sono vicini. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere a Capitol City e il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra, al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.
Senza infamia e senza lode.
La sempreverde Katniss Everdeen, che regge la storia sulle proprie spalle. Si conferma di talento.
Brevi apparizioni nella solita parte di Peeta Mellark.
Interpreta Gale Hawthorne, ruolo finora d'importanza relativa.
Nuovo ingresso nel dare volto alla commossa Presidente Alma Coin.
Lo stratega calcolatore Plutarch Heavensbee.
Haymitch Abernathy, il bizzarro mentore per il Distretto 12.
La stravagante e frivola Effie Trinket.
Il freddo e spietato Coriolanus Snow, il Presidente di Panem.
L'attento Finnick Odair.
Forse più "spento" che in altre occasioni, James Newton Howard ci regala comunque qualche buona suggestione musicale in almeno un paio di passaggi.
Non ho letto il libro, ma credo che avrei evitato di dividerlo in due parti in questa maniera.
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