Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
Ci sono lampi in cui la saga di Hunger Games sembra sul punto di fare il salto, sfuggendo al recinto di “adattamento cinematografico di trilogia letteraria per teenager”. In Il canto della rivolta - Parte 1 succede, per esempio, quando il video promozionale realizzato per incitare alla rivoluzione, tramite Katniss-ragazza immagine, ricalca consapevolmente il martellante trailer del film medesimo. L’intuizione, come tutte le altre di Suzanne Collins, non ha nulla di originale, ma punge e - per chi è ignaro dei libri - stupisce: epurata di ogni afflato idealista, Katniss è (ancora) l’eroina spaventata e impulsiva gettata nella lotta suo malgrado, il suo corpo e il suo volto sono ostaggio incessante di manipolazioni altrui, al servizio di scopi differenti ma sempre a favor di telecamera. Jennifer Lawrence regge il ruolo ambivalente di un’adolescente credibilmente in costante shock post traumatico, ma la patinata confezione blockbuster con target predefinito e immutabile soffoca ogni scintilla di (vera) ribellione. La pellicola soffre più di altre omologhe la sua indefinita natura di prologo, e non bastano il ritmo sostenuto, un’ambientazione coraggiosamente cupa e disperata, gli accenni alle inevitabili derive populiste congenite in ogni regime militare a evitare la ripetitività di schemi e strutture consumate. Resta uno dei migliori risultati all’interno del proprio genere, ma di nuovo lascia il retrogusto amarognolo di un’opportunità perduta.
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