Regia di Ramin Bahrani vedi scheda film
Gli Stati Uniti non concedono prestiti ai perdenti ma solo ai potenti per costruire una nazione di vincenti: è una delle massime regalate da Rick Narver, squalo immobiliare che agisce per conto delle banche, al fresco allievo Dennis Nash, onesto lavoratore la cui quotidianità è dapprima sconvolta da uno sfratto e in seguito dal nuovo e cinico mentore. Nuovi poveri e sfratti forzati,eseguiti con l'aiuto di giudici e forze di polizia compiacenti, sono il nucleo centrale di 99 Homes, diretto da Ramin Bahrani e sceneggiato con l'ausilio di Amir Naderi a partire da una storia di Bahareh Azimi: un trittico di autori mediorientali che si cimentano con una storia universale, che partendo dagli Usa è facile estendere al resto del mondo.
Le crisi finanziarie degli anni Duemila hanno cambiato il modus operandi delle banche, non più disposte a veder protrarsi i pagamenti delle rate dei mutui concessi a onesti cittadini. Perdendo il lavoro e non trovando alcuna nuova occupazione per via degli effetti del crack economico globale, chi ha sempre lavorato e agito onestamente non è dunque più in grado di avere una propria modesta abitazione, facendo assurgere alla residenza il grado di bene accessorio e di lusso, concesso a pochi privilegiati. Nel marciume delle agenzie immobiliari si è fatto strada Mike Carver, i cui cuore e mente sono annebbiati dal dio denaro e le cui anima sembra essersi assopita dopo un'infanzia vissuta da figlio di operaio. Accumulare case (per poi rivenderle a un prezzo maggiorato) e potere è il suo solo diktat e non importa che ciò comporti il calpestare le dignità altrui, soprattutto quelle dei più socialmente indifisi. Disoccupati, anziani, donne e bambini, giovani a cui il presente non garantisce un futuro e immigrati, per Carver rappresentano unicamente un ostacolo, un'erbaccia da estirpare dal proprio cammino a qualsiasi prezzo e in qualunque modo. Sua vittima è anche il giovane Dennis Nash, operaio rimasto senza lavoro e con tre rate di un prestito da 80 mila dollari arretrate. Sfrattato, privato della propria intimità domestica e forzato a trasferirsi in uno squallido motel di periferia con la madre casalinga e il figlio poco più che bambino, Dennis lascia la casa in cui la sua famiglia ha sempre vissuto e inizia il suo infernale percorso di formazione. In lui, Carver rivede se stesso e in un guizzo di generosità gli offre un'occupazione, facendolo passare dall'essere un semplice manovale al divenire il suo più fidato collaboratore. L'ansia di accumulazione del giovane e la brama di dominio del più anziano sembrano essere facce di un'unica medaglia la cui placcatura in oro esterna rivelerà nascondere insidie e compromessi. Deve scendere a patti con i suoi valori Dennis, perdendo di vista tutto ciò che in lui era radicato. Il lucroso affare legato alla vendita di 1000 case finirà però con il presentare il conto a entrambi, un conto salatissimo che neanche i milioni di dollari di Carver possono coprire.
Fortemente incentrato sui due personaggi principali, 99 Homes è un duro attacco alla società moderna che, dimentica dell'etica del suo essere prima di tutto comunità, si è trasformata in una giungla di lupi pronti a sbranare i nuovi agnellini, i nuovi poveri. Trainato dalla recitazione imperiosa e imperiale di un Michael Shannon non così in forma dai tempi di Take Shelter, 99 Homes consacra definitivamente il giovanissimo Andrew Garfield, spogliandolo della tuta di Spiderman e consegnandolo all'olimpo dei grandi nomi del futuro. Seppur debole in qualche passaggio e prevedibile sul finale con l'acerbarsi di dinamiche familiari abusate mille altre volte come espediente di redenzione, 99 Homes porta a riflettere più volte su quello che siamo diventati e su quello che saremo domani se non ritorniamo a prendere in mano le nostre coscienze.
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