Regia di Ramin Bahrani vedi scheda film
Dennis Nash (Garfield), operaio specializzato sulla trentina, vive con suo piccolo e sua madre in una casa per la quale non ha finito di pagare le rate. Mike Carver (un Michael Shannon più luciferino che mai), rapace agente immobiliare al soldo delle banche, addetto allo sgombero, li costringe a lasciare l’abitazione per andare a vivere in uno squallido motel. I tre, coke tanti altri, si ritrovano così letteralmente in mezzo alla strada da un minuto all’altro. Dennis farà di tutto per riavere la sua casa, al punto di accettare di lavorare per Mike – non senza il prevedibile travaglio interiore e non facendone parola con madre e figlio – e compiere lui stesso quelle orrende operazioni di sgombero, persino ai danni dei suoi vicini di casa.
99 Homes è uno dei migliori film sulla crisi finanziaria che, tra subprime e finanza allegra, portò alla crisi del 2008. Il regista Ramin Bahrani, americano di origini iraniane, la racconta dalla parte di chi quella crisi l’ha subita per eccesso di avidità o di desiderio di ascesa sociale. Ecco allora che le pompe per la piscina o i condizionatori installati all’esterno delle case diventano il vero convivato di pietra di un film ad altissima tensione morale, che non fa sconti a nessuno: né a chi di quei titoli finanziari, all’apparenza facilmente accessibili, ha voluto approfittare per condurre una vita all’insegna di un’ostentata opulenza, né a chi ci ha speculato. Ottimi i due protagonisti, impeccabili i dialoghi, specialmente quelli messi in bocca a un Michael Shannon sardonico come mai prima.
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