Regia di Harold Cronk vedi scheda film
È ridicolo ridurre la dimostrazione teoretica dell'esistenza di dio nei termini di un filmnarrativo convenzionale. Una cosa è farlo alla maniera di Malik tramite soluzioni estetiche puramente cinematografiche - anche se al quanto pedante -; un'altra è farne un film a tesi con un obiettivo pedagogico preciso e scoperto. Secoli e secoli di simposi condensati in un film hollywoodiano che pretenderebbe di dire la parola finale e condizionare, così, l'esperienza delle nuove generazioni. Da ridere. Solo un intellettuale disonestamente propagandistico poteva concepire un'operazione del genere. Uno si chiede, pure, se valga la pena discuterne. Se pure dio esiste non è detto che abbia la forma del dio cristiano che è un'entità trascendente, separata dal mondo contaminato in quanto puro bene. C'è un altro modo di concepire dio meno antropomorfico e più in simbiosi con la natura e, penso, anche, condiviso dalla maggioranza degli scienziati, a differenza di quello che vuole far credere il film in una battuta. Io aderisco a questo secondo modo di vedere: un dio non-dio, o, Verità, cioè qualcosa che non ha bisogno di nomi e definizioni, né di elite di custodi o intermediari, aristocrazie religiose. Un Essere che permea tutte le cose, restio a farsi delimitare in un testo sacro, presente in tutte le tradizioni. Bisogna sempre chiedersi quale dio? Chi divide e chi unisce: la realtà come gli uomini. D'altronde il satàn è operatore di scissione, interne ed esterne.
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