Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Ciao a tutti!
Ieri sera sono andata a vedere il film "Eisenstein in Messico", il regista Peter Greenaway era presente in sala ed ha presentato la pellicola che è stata in concorso al Festival di Berlino.
Il regista Sergej Eisenstein(Elmer Bäck)all'apice della sua carriera è in Messico per girare un film(che non verrà mai visto perché non potrà mai montarlo), braccato dal regime stalinista che vorrebbe farlo ritornare in Russia, il regista passa gli ultimo dieci giorni del viaggio nella cittadina di Guanajuato, proprio in questo posto, complice la guida Palomino Cañedo(Luis Alberti), attraverserà un percorso di riscoperta sul Messico, sulla sua sessualità e sul suo essere artista.
Premetto che a me piace molto la regia di Peter Greenaway, aver avuto la possibilità di ascoltarlo ed avere un paio di chiavi di lettura prima di vedere la pellicola è stato notevolmente interessante, tra l'altro è una persona molto diretta ed è rimasto a vedere gran parte del film, credo proprio che se avesse avuto modo e possibilità sarebbe rimasto per discuterne dopo.
Il regista decide di creare un film tributo utilizzando in parte forti riferimenti ai film che ha diretto Eisenstein come la ripresa a tre schermi utilizzata fortemente nella Corazzata Potëmkin, ma soprattutto il montaggio, dato che per Greenaway, Eisenstein oltre che ad essere un grande regista era soprattutto un lungimirante del montaggio.
Non mancano ovviamente riferimenti biografici ed iconici come il continuo ed assordante rumore di una chiave inglese su un calorifero nell'albergo in cui risiede che occupa i suoi incubi notturni o il rimbombare delle campane suonate da un sordo cieco o le citazioni sulla morte che fa Palomino nel cimitero.Un susseguirsi di immagini con un inizio spiazzante, ma avvolgente e catalizzante che ti introduce in una storia ormai conclusa data la narrazione circolare.
Il regista utilizza molto il corpo degli attori che non trasmettono solo la storia o il messaggio, ma lo diventano ed infatti è attraverso il protagonista che visualizziamo la riscoperta di questo e dei suoi desideri, uno dei punti chiave sono i suoi discorsi sotto la doccia. Molto interessanti anche le riprese da sotto il pavimento di vetrocemento.
Il misconosciuto lmer Bäck attore finlandese interpreta Esenstein in modo davvero interessante, con un lavoro di dialettica notevole(avendolo visto in lingua originale rende ancora di più) che riesce a rendere il personaggio totalitario, accattivante ed accentrante, ottimo comprimario Luis Alberti, guida emblematica.
Un altro punto forte dei film di Peter Greenaway è sicuramente la colonna sonora, questa volta utilizzata in modo molto particolare, in una alcuni punti, come se fosse un film nel film vediamo l'orchestra creare la colonna sonora, un tripudio di musica che si fonde per poi suddividersi.
L'unica pecca in un film visivamente affascinante come questo è stato l'utilizzo del greenscreen, forse un po' troppo ostentato in certi punti, come a voler dare più una lezione accademica che a voler fare un tributo.
Un film molto interessante, un punto di vista fresco, un insieme di commedia, di lussureggiante riscoperta, di un dramma interiore e di una biografia.
Vi lascio il trailer [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=RGNq_Fe1NkQ]
Da vedere perché: vi piacciono le biografie, siete fan di Peter Greenway e se state cercando qualcosa di visivamente potente
Da evitare se: non amate i film con molte chiavi di lettura e vi annoiano storie complesse.
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