Trama
In seguito al successo ottenuto in tutto il mondo dal suo rivoluzionario film La corazzata Potemkin, il regista russo Eisenstein viene invitato negli Stati Uniti ma si ritrova davanti al clima ostile di Hollywood e alla diffamazione messa in atto contro di lui ad opera dei conservatori americani. In seguito a ciò, decide nel 1931 di recarsi in Messico e di prendere in considerazione l'idea di un lungometraggio finanziato privatamente da un gruppo di simpatizzanti filocomunisti americani, guidati dallo scrittore Upton Sinclair.
Approfondimento
EISENSTEIN IN GUANAJUATO: LA PARENTESI MESSICANA DEL CINEASTA RUSSO
Scritto e diretto da Peter Greenaway, Eisenstein in Guanajuato mischia realtà e fantasia per raccontare di quando nel 1931, all'apice del suo potere artistico, il regista sovietica Sergei Eisenstein arriva in Messico per girare un nuovo film dal titolo ¡Que viva Mexico!. Da poco rifiutato da Hollywood e sotto pressione per far ritorno nella Russia stalinista, Eisenstein arriva nella città di Guanajuato dove, accompagnato dalla guida Palomino Cañedo, sperimenta i legami tra Eros e Thanatos, tra sesso e morte, per poterli poi riportare nel suo cinema.
Esplorando la mente del genio creativo del cineasta russo di fronte ai desideri e alle paure dell'amore, del sesso e della morte, nel corso di dieci appassionanti giorni, così Greenaway racconta il suo film: «Scoprii per caso i film di Eisenstein a diciassette anni, nel 1959, in un cinema di Londra: il mio primo colpo di fulmine fu per Sciopero, girato dal maestro nel 1925 a soli 27 anni. Da quel momento, ho desiderato vedere tutto ciò che aveva realizzato fino al 1948, anno in cui a cinquant'anni morì. Prima di allora non avevo mai visto film così seri: gli americani mi sembravano appariscenti e sentimentali, i tedeschi stravaganti e incredibili, i francesi troppo autoreferenziali e letterari.
Con il tempo, ho visto e rivisto tutti i film di Eisenstein e letto tutto ciò che ha scritto o pubblicato. Ho visitato la sua biblioteca a Mosca diverse volte, mi sono recato nei luoghi in cui ha girato a Odessa e San Pietroburgo e in cui è stato in esilio e ho visto le architetture art nouveau del padre a Riga, chiedendo sempre di dormire nei freddi e deserti appartamenti in cui si dice sia cresciuto da bambino. Non mi è stato mai concesso ma in compenso dormivo dall'altro lato della strada.
Viaggiando per il mondo, Eisenstein ha avuto la possibilità di conoscere le più importanti figure culturali del suo periodo: Malevich, Mayakosky, Prokoviev, Shostakovich, Gorky, Pudovkin, Dovzenko, Vertov, Joyce, Brecht, Cocteau, Shaw, Dos Passos, Gertrude Stein, Stroheim, von Sternberg, Flaherty, Chaplin, Stravinsky, Disney, Corbusier, Bunuel, Dietrich, Garbo, Mickey Mouse, Rin-Tin-Tin e tutti i visionari messicani, da Diego Rivera a Frida Kahlo. Proprio in Messico, ha subito la fascinazione di temi come il sesso e la morte. Questo non vuol dire che abbia rinnegato il suo cinema passato ma, lontano dalla paranoia della Russia stalinista, ha potuto confrontarsi con argomenti più vicini alla vita e alle emozioni, lasciandosi guidare da Palomino Cañedo, la guida che lo ha introdotto al Cristianesimo, alla ricca cucina locale e allo stile di vita dei ribelli con il loro folklore criminale».
Note
L’Ejzenstejn di Greenaway è «marxista più nel senso di Harpo, che di Karl» (Peter Debruge), un ritratto devotamente oltraggioso del pioniere della settima arte, la cui omosessualità non ha mai trovato posto nei testi ufficiali ed è il cardine di un film che tratta il piacere, prima che il cinema. E che omaggia il teorico Ejzenstejn negandolo: montaggio in macchina e pianisequenza funambolici testano le possibilità dinamiche dello schermo, gioiscono dell’evoluzione della macchina cinema.
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Commenti (2) vedi tutti
Eisenstein si trova in Messico per girare QUE VIVA MEXICO!
leggi la recensione completa di LIBERTADIPAROLA75Divertente, colto, sexy, acuto, visualmente eccezionale. Con almeno tre sequenze che lasciano senza fiato. Occhi e cervello in corto circuito ubriacati da movimenti di camera formidabili e da un testo travolgente.
commento di End User