Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Uno strano e seducente incrocio quello tra Steven Knight e Lasse Hallström. Come se l’auto di Locke finisse la corsa in quel luogo del sud della Francia dove la famiglia di Hassan Kadam si è trasferita dall’India per aprire un ristorante proprio vicino a quello di Madame Mallory, classico esempio di cucina francese premiata anche dalla guida Michelin. Ci sono tracce di una fiaba spielberghiana (qui tra i produttori), forse presente in quei colori pastellati di Always - Per sempre che divampano nell’inquadratura come un dipinto che sta prendendo forma.
Hallström torna nella vecchia Europa come un cineasta statunitense in trasferta. Il romanzo omonimo di Richard C. Morais diventa solo un pretesto non tanto per perdersi nei luoghi, ma per catturarne gli odori, i sapori, l’aria, le luci. Il desiderio di un viaggio senza ritorno come Scott in Un’ottima annata. Il titolo italiano spiazza: il cuore inebriante di questo film sta proprio in quella breve distanza tra i due luoghi (The Hundred-Foot Journey in originale). Tradizioni e classi sociali si scontrano fondendosi caoticamente con una magica ubriachezza che scioglie anche la tecnica di Helen Mirren, lasciando prevalere il piacere del gioco sul mestiere. Il gruppo di famiglia in un interno è quello di Buon compleanno Mr. Grape, le attese di Hachiko - Il tuo migliore amico. Hallström qui non ha più freni; lascia volare i personaggi, anche con lo sfondo del cielo stellato.
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