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Leviathan

Regia di Andrej Zvyagintsev vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Leviathan

di laulilla
8 stelle

Uno dei film più duri e disperati sulla corruzione profonda della Russia contemporanea.

 

Kolya (Aleksey Serebryakov) è un meccanico che, in una piccola città sul mar di Barents, si è costruito un’officina da autoriparatore e una casa dove abitare con la seconda moglie, Lilya (Elena Lyadova) e il figlioletto quasi adolescente che poco sopporta la matrigna. 

 

La sua vita è sottoposta a molteplici tensioni, sia per le difficoltà della vita familiare, sia perché il sindaco della cittadina, Vadim (Roman Madyanov), ha messo gli occhi sulle sue proprietà e vorrebbe impadronirsene, espropriandolo per destinare alla speculazione l’intera area, offrendogli una ricompensa simbolica.

 

A sostenere le ragioni di Kolya è un giovane avvocato moscovita, brillante e preparato, convinto che sarà possibile spuntarla contro l’autorità locale, grazie al ponderoso dossier di documenti inoppugnabili in suo possesso, dai quali emerge la corruzione profonda dell’intera amministrazione, di cui il sindaco è il maggiore responsabile.
A lui infatti fa capo un’ organizzazione di potere mafioso, che non esita a ricorrere alle minacce brutali e anche all’omicidio per realizzare i suoi piani, contando sull’appoggio esplicito della chiesa ortodossa locale, vera e propria macchina del consenso elettorale, molto ascoltata dai ceti medi del luogo.

 

Esibendogli quel dossier l’avvocato suppone di far desistere il sindaco dal suo proposito: non sarà così, com’è ovviamente intuibile: l’orrido mostro biblico, il Leviatano, evocato dal titolo, incarnazione del potere totalitario fatto di arbitrio, violenza e soprusi, inghiottirà  il povero Kolya, annientandone ogni resistenza.

 

Nel fascino minaccioso del paesaggio nordico, sinistro eppure bellissimo, si svolge la tragedia del protagonista, incarnazione moderna e disincantata del mite Giobbe biblico, che subiva il volere di Dio senza reagire, confidando nella bontà del suo disegno provvidenziale.


Lo scenario della Russia contemporanea è però del tutto dominato dal potere del denaro e degli affari, contro i quali la reazione del  povero Kolya aveva mostrato tutta la sua debolezza, nel silenzio di Dio, del tutto assente dalle chiese e persino dai vecchi monasteri stupendamente affrescati, ma in piena rovina.

 

 

 

Il bel film, girato con grande maestria dal regista russo Andrei Zvyagintsev, è una potente rappresentazione delle condizioni disperate della Russia di oggi, in cui si sono sciaguratamente alleati di nuovo – secondo un’antichissima tradizione, che sembrava essersi interrotta dopo la rivoluzione sovietica – il potere religioso e quello politico, per schiacciare la popolazione, condannandola senza scampo alla più soffocante subalternità, allo sperdimento nell’alcol, nel tabacco o all’arte dell’arrangiarsi quotidiano per sopravvivere.



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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    mi era piaciuto (anche se non in modo eccessivo),comunque ti sei spiegata molto bene sulla pellicola,grazie.

    1. laulilla
      di laulilla

      Credo che lo scarso successo del film e forse anche alcune delle riserve, che ho letto sul tuo e su altri commenti sia da attribuire alla sgradevolezza delle condizioni disperate di Kolya, che il regista non ci risparmia. È sicuramente un film tristissimo e senza via d'uscita, ma credo che sia perfettamente aderente alla realtà di quel disgraziato paese. Grazie a te, Ezio.

    2. claudio1959
      di claudio1959

      Un film cupo e disperato che hai spiegato benissimo

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