"Party Girl" di Marie Amachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis (2014)
Angélique non conosce altro che la vita del locale, la sua vita è un rituale adolescenziale dove baratta le sue attenzioni per una generosa consumazione al bar da parte del cliente; ha imparato come farsi desiderare dagli uomini riproducendo meccanicamente gli stessi movimenti senza soluzione di continuità, gesti approssimati ad un modello già presente nella società dell’apparire. Il ripetersi quotidianamente chiude la donna nella propria gabbia priva di sensi umani e senza la capacità di sentire gli altri le è inaccessibile l’amore. La sua mente si è cristallizzata al periodo in cui era una giovane intrattenitrice ma resta sorda ai disperati tentativi del suo corpo che cerca di farle capire l’età che avanza.
La trama si svolge in un luogo di confine sia sul piano geografico, tra Francia e Germania, sia su quello esistenziale, delicati frammenti di una realtà pesante che ti induce ad avvertire compassione e tenerezza per quella donna incapace, come una ragazzina, di provare rimorso ed un maturo sentimento d’affetto neanche per i figli che invece, a loro volta, l’accolgono con tutte le sue fragilità e mancanze.
Nessuna relazione sentimentale può reggere senza compromessi, solo col sentimento maturo dell’amore si possono costruire ponti tra le incongruità di due amanti conciliando le diversità e smussando gli spigoli. Ma quando si ripercorrono modelli relazionali precostituiti, senza farsi guidare dai propri sensi, il fallimento diventa inevitabile. Michel è vittima di un'infatuazione storica per lei, smette di frequentare i night, va in pensione e decide di sposarla. Ma anche in lui sembra soffrire della stessa immaturità non percependo i segnali di una donna che non riesce a desiderare momenti intimi con un uomo, né di tenerezza né di passione. Michel è sentimentalmente immaturo, probabilmente non ha mai goduto di una relazione sincera e profonda e dunque gli manca l’esperienza per decodificare i segnali di inadeguatezza di Angélique.
Che sia un monito questo film in una società dalle relazioni facili e di persone che mancano del coraggio di sprofondare nell’abisso dell’animo umano per non cadere in banali accomodamenti, non esiste nulla che possa far maturare più dello sviluppo dei propri sensi e dunque di un amore abissale. Una società fatta di relazioni superficiali resterà inequivocabilmente immatura, triste e ripetitiva.
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