Regia di Marie Amachoukeli, Claire Burger, Samuel Theis vedi scheda film
Party Girl è la storia di una sopravvissuta, di una signora non più giovane che si ostina a vivere come una creatura della notte, al limite tra la luce al neon dei locali e la luce naturale del giorno che nasce. Si chiama Angélique, per anni ha ballato nei night club e una volta invecchiata non ha saputo rifarsi una vita. Come la terra in cui vive, la Lorena, regione francese per decenni contesa con la Germania, è sradicata, incerta, ma orgogliosa della propria identità. L’opportunità per cambiare le si presenta grazie all’incontro con un uomo gentile e innamorato, ma lei, Angélique, la party girl madre di quattro figli, la reduce del passato agghindata di lustrini, non sa cosa farsene dell’affetto e della normalità.
Gli esordienti Amachoukeli, Burger e Theis, chiamati addirittura a inaugurare il Certain regard di Cannes 2014, raccontano la loro eroina impavida insistendo sui primi piani del suo volto segnato e sui particolari di un corpo indomito. Ma gli accenti migliori del loro film minimalista e monocorde, tutto sommato modesto, li trovano nella descrizione delle figure di contorno, nei figli di Angélique, nel fidanzato camionista, nelle amiche ballerine: tutti protagonisti autentici, interpretati da amici e familiari dei registi e da non protagonisti, del ritratto di una provincia cronica eppure dignitosa, zavorrata da sogni di vitalità e sicura del proprio piccolo benessere.
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