Regia di John Maclean vedi scheda film
Il genere western ogni tanto risorge, anche negli anni zero, in cui è più rarefatto dei cieli azzurri del Montana. Viene dall'Inghilterra, questa volta, il tentativo, riuscitissimo, di dargli nuova linfa, nuova prospettiva. John Maclean, prima musicista in gruppi indie e ora, credo, definitivamente regista, esordisce con questo gioiello di astrazione western, iper realista, stilizzato, e lo fa abbandonando la polvere tipica della frontiera americana, il mitizzato Ovest, e ripulendo i suoi personaggi, che comunque sanguinano, cavalcano e sparano come nelle pellicole dei tempi d'oro. Una storia di emigrazione, una storia d'amore sospesa, dalle highlands scozzesi alle praterie del Colorado, dove lo sbarbatello Jay termina il suo viaggio alla ricerca dell'amata Rose, nel frattempo diventata preda ambita per i cacciatori di taglie. Proprio uno di questi, un ottimo Fassbender, col sigarone alla Eastwood, finirà per aiutarlo. Una bella storia, tipica, che si sviluppa, come da titolo, lentamente, cibandosi di quei paesaggi che paiono, però, post moderni sotto la lente della camera di Maclean. Ottanta minuti deliziosi, che hanno nella sequenza finale il loro apogeo: il film meriterebbe anche solo per questi ultimi venti minuti, che mi hanno ricordato l'occhio di Gilliam nel suo "Tideland", per colori e stile registico. Bello, bello e ancora bello, per un regista da tenere assolutamente d'occhio. Ho ho ho, go to the West!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta