Regia di Michael R. Roskam vedi scheda film
Basato sulla scrittura solida di Dennis Lehane, giallista americano fra i migliori nel genere, e affidato alla prima regia americana del belga Roskam, uno che è andato vicino all'Oscar per il miglior film straniero con il suo esordio "Bullhead", "The Drop", titolo di gran lunga migliore della sua orrenda italianizzazione, è un signor film, un noir che pur aggirandosi fra i luoghi cari di certa cinematografia gangster americana, Brooklyn e dintorni, riesce a tenere alta l'attenzione e la qualità, senza scadere nel già visto e nel fracasso delle pallottole. La bravura di Roskam e la scrittura di Lehane sono evidentemente aiutati da una prova attoriale magnifica dei due principali protagonisti della pellicola: un Tom Hardy che si conferma sempre più un attore di prima grandezza, in un ruolo tutto in sottrazione, malinconico ma attraversato da una tensione pronta a esplodere in qualunque momento, e sulla enorme, in tutti i sensi, figura di James Gandolfini, abituato a questi ruoli al limite della legalità, che con approccio simile a quello di Hardy, ma permeato di ineluttabilità e disincanto, regala il suo ultimo grande personaggio di una carriera troppo sottovalutata. Basterebbero questi due attori, queste due facce perfette, per consigliare la visione di un film che, invece, ha dalla sua anche una trama importante, con il passato che ritorna, sempre, a chiedere che il suo conto venga finalmente saldato. Una piccola grande storia, in una New York marginale, fredda e nevosa, in cui le cose che davvero contano sono poche e piccole, ma che possono salvare o togliere la vita, con la stessa violenza dei grandi accadimenti. Un gioiello, "The Drop", un film raro nella mediamente brutta cinematografia di genere di oggi. Necessaria la visione in lingua originale: un valore aggiunto.
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