Regia di Michael R. Roskam vedi scheda film
Curioso personaggio, quello interpretato da Tom Hardy, barista taciturno che sembra perpetuamente svagato e apatico, ma che in realtà è dotato di sangue freddissimo e di un piccolo segreto che solo suo fratello conosce, un James Gandolfini qui alla sua ultima, gloriosa, apparizione cinematografica. Noir ambientato nei bassifondi di Brooklyn, "Chi è senza colpa" è la dimostrazione che è ancora possibile girare degli ottimi thriller anche con pochi mezzi; tutto sta nel saperli sfruttare. E come se non bastasse, qui c'è Tom Hardy che giganteggia su tutto e tutti, l'unico veramente consapevole del labile confine tra bene e male, l'unico che conosce a fondo i lati bui dell'animo umano, ma che stranamente da ciò trae forza e dignità, pur sapendo che per quelli come lui non c'è perdono. Perciò conduce la sua vita, cercando l'isolamento e l'anonimato, come se volesse autopunirsi, ma dall'ultima inquadratura si capisce che, forse, anche per lui il perdono è a portata di mano; basta desiderarlo, senza pretenderlo.
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