Regia di Michael R. Roskam vedi scheda film
Pare un po’ goffo Tom Hardy dietro al bancone del pub che gestisce insieme al cugino Gandolfini. Clientela abituale, qualche scommessa e un business (letteralmente) sottobanco, dato che nel locale si “lavano” i soldi sporchi di un clan di mafiosi ceceni. Hardy trova un cagnolino e chiede a Noomi Rapace, sua vicina di casa, di dargli una mano. Solo che il cucciolo appartiene all’ex fidanzato di lei, Matthias Schoenaerts, un tizio squinternato che ha nel quartiere una pessima fama. Qualcuno intanto cerca di fregare i ceceni, e tutto si complica. Bel noir opera seconda del belga Roskam, già candidato all’Oscar nel 2012 per Bullhead, quale miglior film straniero. Da un racconto di Dennis Lehane, anche sceneggiatore e produttore esecutivo, in trasferta da Boston a Brooklyn, forse per far sentire a proprio agio il compianto Gandolfini che era di quelle parti. Narrazione incatenata all’incedere apparentemente schivo e impacciato di Hardy, una volta di più ottimo interprete, del quale si intuisce la carica esplosiva repressa ad ogni abbozzare davanti al prepotente di turno. La qualità del film è tutta nella sua trattenuta risolutezza, mentre si perde per strada il confronto con il poliziotto John Ortiz, che pare a un certo punto avere capito tutto ma resta troppo sullo sfondo, poco definito. Chi è senza colpa è l’ultimo film di James Gandolfini, anche per questo va visto con sguardo solenne.
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