Regia di Paul King vedi scheda film
Irsuta icona britannica, seppure sia originario del Sudamerica, l’orsetto Paddington gode di un successo trasversale che fa di lui l’idolo di generazioni di bimbi (i suoi libri sono stati tradotti in 30 lingue e hanno venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo), ma anche di insospettabili star come Nicole Kidman. Fortemente voluto dal mestierante televisivo Paul King, ancor più dalla stella australiana che qui, realizzando il suo sogno d’infanzia di poter incontrare Paddington, si presta con generosa malvagità a interpretare la spietata Millicent, il primo lungometraggio dedicato all’orsacchiotto ha i connotati garbati dell’omaggio rispettoso al lavoro (più di 70 titoli) del suo creatore Michael Bond. Ambientato in una Londra color candito (fra la Parigi di Jeunet e gli interni-giocattolo di Wes Anderson), il film si stringe sul legame fra il gentile animale straniero e l’accogliente famiglia Brown, nucleo da favola nel solco dei Darling di Peter Pan, presto scombussolato dalla presenza dell’ospite inatteso, tenero e goloso di marmellata, ma anche goffo come un Mr. Bean quadrupede e soprattutto braccato dall’implacabile tassidermista Kidman. Costellato di impeccabili interpreti britannici (su tutti, Sally Hawkins e Peter Capaldi), è un onesto prodotto d’avventura modellato con grazia sulle aspettative del pubblico più giovane, con lezione di accettazione del diverso incorporata.
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