Regia di Kevin Smith vedi scheda film
Giornalista radiofonico che conduce un dissacrante podcast on line su casi bizzarri e insoliti insieme ad un suo irriverente e cinico collega, viene attirato con l'inganno nell'isolata dimora canadese di un anziano ex marinaio affetto da pericolose turbe psichiche che condurrà su di lui strani ed orripilanti esperimenti chirurgici. Quando il collega e la fidanzata si metteranno sulle sue tracce grazie all'aiuto di un poliziotto locale che indaga da anni sul misterioso serial killer, sarà ormai troppo tardi.
Sempre sul filo di una horror-comedy grottesca e nera che non risparmia niente e nessuno (dal giornalismo spazzatura al tempo di internet al parco buoi dei suoi ruminanti e acritici fruitori), Kevin Smith imbastiche una crudele favoletta sulla regola del contrappasso che sembra addentrarsi con sconcertante leggerezza nei territori misteriosi e indicibili di un bestiario umano che alimenta le sue ossessioni e le sue pulsioni quale risposta alla insensata (e insensibile) cattiveria del mondo. Costruito sull'assunto discutibile e demenziale di una nemesi del 'chi la fa l'aspetti' e mettendo alla berlina i luoghi comuni più beceri legati alla (solo) apparente dicotomia tra le culture vigenti sulle opposte sponde del confine con il Canada (dalla pretesa superiorità culturale di un'America dello show-biz 'mainstream' caciarone e volgare al parodismo del retaggio neo-rurale di un estremo Nord isolato e freddo), il film di Smith segue il percorso di una leggenda metropolitana ('basato su una storia vera' è il risaputo tormentone di una programmatica presa per i fondelli) che parte dalla artificiosa e consumistica viralità di un tam tam sulla rete per precipitare nell'orrore zoomorfo di un incubo sanguinario di prigionia e di vendetta (contro l'uomo o meglio contro l'assurda crudeltà della natura umana).
'Tusk' (2014): Harley Quinn Smith e Lily-Rose Melody Depp
Se è vero che lo spettacolo è per stomaci forti e la grottesca caratterizzazione dei personaggi sfida apertamente i limiti intrinseci del doppiaggio (vederlo in lingua originale è il minimo che si possa fare per non rendere ancora più straniante la visione), questa feroce e irridente commedia degli orrori trova un senso, più che nella esibita eccentricità delle soluzioni figurative (l'uomo-tricheco è qualcosa di immondo e innominabile), proprio negli inaspettati risvolti della sua radicale misantropia, laddove alla suggeribile pietà di una pallottola in fronte si preferisce l'ipocrita pietismo di chi preferisce una cuccia per animali ed uno sgombro lanciato di tanto in tanto per placare i facili rimorsi della coscienza. Insomma una balorda rielaborazione del'epica hemingwayana e melvilliana dell'incontro-scontro con la natura (dal 'Vecchio e il mare' a 'Moby Dick' passando per 'L'uomo e il tricheco') nelle tragicomiche ricadute di un'odissea di solitudine e follia in cui l'animale finisce per soccombere sempre e comunque all'assurda ferocia della natura umana.
'Tusk' (2014): Justin Long
'Tusk' (2014): Justin Long
Personaggi tutti sopra le righe fatta eccezzione per un formidabile e flemmatico Michael Parks nel ruolo del marinaio fuori di testa e l'umanissimo baffone di un Justin Long cui l'atroce metamorfosi non toglie empatia e strenua volontà di sopravvivenza. Irresistibile la comparsata di un Depp quasi irriconoscibile nei panni di un detective gonzo e acutissimo che non fa rimpiangere il giornalista squinternato e mescalinico di 'Paura e delirio a Las Vegas'.
..."Poi una storia di catene, bastonate e chirurgia sperimentale. Com'è profondo il mare. Com'è profondo il mareee...".
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