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Tusk

Regia di Kevin Smith vedi scheda film

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La recensione su Tusk

di pazuzu
8 stelle

 

A Kevin Smith è bastato un film, un esordio folgorante come Clerks, per divenire immediatamente il cantore dei nerd di tutto il mondo. Fu in quell'instant classic che diede vita per la prima volta a quelli che sono poi diventati i "suoi" personaggi: elementi singolari, goffi, tendenzialmente solitari, spesso sboccati, fissati con fumetti e saghe cinematografiche, sempre fuori moda e quasi sempre sfigati nei rapporti con l'altro sesso. Rappresentante egli stesso della categoria, ha continuato e continua ancora a darle voce ad ogni prova cinematografica, alternando cose buone ad altre meno ma senza mai perdere l'appeal nei confronti di un pubblico ormai fedele, capace di esaltare le prime e perdonare immediatamente le seconde: merito probabilmente della sua schiettezza, del suo saper essere cristallinamente sé stesso, diretto e anticonvenzionale, scorretto per costituzione e scurrile per indole.

Il suo genere di riferimento è da sempre la commedia, ma il suo approccio è personale, forse unico, secondo i detrattori anche infantile; Tusk, pellicola targate 2014 e passata al festival di Roma nella sezione Mondo Genere, è la sua seconda incursione dopo Red State (2011) in uno di quelli notoriamente preferiti dal suo pubblico di riferimento: l'horror; ma un horror molto particolare, marchiato Kevin Smith al 100%, fortemente virato sul divertimento e sullo sberleffo, che non si prende mai sul serio e va a braccetto con quella commedia carica di colpi bassi che da sempre è la sua cifra distintiva. D'altronde, basta qualche accenno di trama per capire subito che il gioco a cui sta giocando è sostanzialmente sempre lo stesso, e sempre portato avanti con la verve di un adolescente curioso e incontenibile. Il film inizia con un podcaster che da Los Angeles parte per il Canada: va ad intervistare un ragazzo talmente idiota da essersi ripreso mentre, per cercare di fare evoluzioni alla Kill Bill davanti alla telecamera, si amputava una gamba con una katana; una volta lì, scopre però che si è appena suicidato: così, in cerca di un altro fenomeno di cui poi ridere in trasmissione, fa conoscenza con un ex marinaio sedicente paralitico che, dopo averlo averlo attratto in casa con la promessa di raccontarsi, lo droga con l'intenzione di trasformare il suo corpo in quello di un tricheco.

Delirante ed esilarante, Tusk è senza dubbio uno dei suoi film migliori, per via della commistione perfettamente riuscita tra due componenti - comicità ed orrore - non sempre facili da amalgamare, gestita con una mutevolezza di toni di sorprendente linearità, e con passaggi tanto repentini quanto morbidi dalle mutilazioni più truci ad un'ironia demenziale e perversa. Al totale servizio della logorrea creativa del regista si pone un cast complice e divertito, all'interno del quale se la spassa un Johnny Depp truccatissimo e libero di gigioneggiare.

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