IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
Uno dei più famosi ed apprezzati ballerini al mondo, Nikolai Rodchenko (il celebre ballerino classico Michail Barysnikov), ha trovato fortuna ed affermazione a seguito della sua fuga dall'Urss in America, riscontrando straordinario successo anche in Europa. Durante un volo intercontinentale di routine, l'aereo in avaria costringe i piloti ad un atterraggio di fortuna in Unione Sovietica. Ferito seriamente durante le fasi di atterraggio, l'uomo viene ricoverato e poi smascherato nella propria identità, e come tale, inviato in Siberia, nonostante gli ardui tentativi della sua manager (Geraldine Page) al pari di tutti i più illustri ribelli al sistema.
Li, preso di mira dall'integerrimo colonnello Chaiko (interpretato dal regista Jerzy Skolimowski) incontrerà un celebre ballerino americano di tip tap (Gregory Hines), che, al contrario suo, ha deciso di emigrare per protesta contro il suo paese in Urss.
Tra i due, dopo una lunga diffidenza, nascerà una solidarietà che indurrà il secondo ad aiutare fattivamente il primo a scappare, attraverso una rocambolesca fuga che coinvolgerà anche la graziosa fidanzata russa del ballerino nero (Isabella Rossellini).
Sotto la direzione dell'ultra consolidato, rassicurante ma non proprio innovativo o rivoluzionario regista Taylor Hackford, Il sole a mezzanotte si presenta come un thriller che muta nella spy-story fino a sfociare nel melodramma dei buoni sentimenti. Validi ed accattivanti i numeri di ballo dei due dinoccolati ed atletici protagonisti "ebony & Ivory", splendida e fresca Isabella Rossellini, ma anche tanta convenzionalità e afflato smisurato verso un mondo occidentale, mentre i russi vengono rappresentati come macchiette monocordi piuttosto pedanti.
Un film che ottenne un notevole richiamo, anche grazie alla assai orecchiabile hit "Say you, sau me" di Lionel Ritchie, premiata agli Oscar nel 1986 come migliore canzone.
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