Regia di Enrico Lando vedi scheda film
Due amici pugliesi, Pio e Amedeo, alle prese con l’amore tormentato di uno dei due, finiscono ad Amsterdam per rincorrere l’amore del primo (Valeria Mastronardi), fuggita con l’amica nei luoghi che dovevano essere quelli del loro viaggio di nozze.
Guardi due comici del Sud e ti vengono in mente subito Ficarra e Picone. E dopo averli sentiti recitare capisci che non ne sono poi così lontani, tali sono le tematiche affrontate (sempre le stesse), i ritmi della commedia (anche qui scontatissimi) e soprattutto il rapporto e la caratterizzazione dei personaggi in scena. Le due ex “Iene” Pio e Amedeo, pugliesi fino al midollo, non disdegnano qualche critica all’italico costume come nella comicità del conterraneo Zalone, senza tuttavia averne l’acume né la profondità critica adatta. È tutto un calderone di luoghi comuni che non producono niente di originale, con qualche battuta efficace che prende spunto dal parossismo sociale insito nell’Italia odierna (capirai la difficoltà!) e dai topos più scontati associati alla città olandese (funghetti allucinogeni in primis).
Un film scontato in cui quanto c’è di divertente è un dejà vu di cui viene subito in mente l’archetipo. Pio e Amedeo passano da una trasmissione di Mediaset a criticare i nefasti retaggi del ventennio politico prodotti dal loro datore di lavoro. Peggio ancora fa la Mastronardi, che da musa di Woody Allen in cui omaggia “Lo sceicco bianco felliniano” finisce per andare a braccetto con Maria Di Biase per le vie dell’inflazionata Amsterdam, oggetto del desiderio dell’ennesimo cabarettista che si affaccia con sfrontata impudicizia alla settima arte.
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