Regia di Hamilton Luske, Jack King, Jack Kinney vedi scheda film
Paperino mi è sempre sembrato il più interessante e allo stesso tempo il più ambiguo dei personaggi della Sacra Triade Disney completata da Pippo e Topolino. Questa recensione fa riferimento non solo al cortometraggio del titolo, ma anche a altre storie prodotte tra gli anni Quaranta e Cinquanta, come DONALD'S DREAM VOICE, THE EYES HAVE IT, MUSEUM OF MODERN MARVELS
DONALD’S GOLF GAME, DONALD’S DOUBLE TROUBLE, CURED DUCK, HOME DEFENSE, THE REVETER, WORKING FOR PEANUTS, FIRE CHIEF, DONALD’S GOLD MINE, THE PLASTIC INVENTOR etc.
Allora, diamogli un po' un'occhiata a questo papero Donald, a prescindere, ovviamente, dalla storia effettiva della sua creazione e dei suoi autori, che potete trovare ovunque e con tutti i dettagli del caso.
A me è sempre sembrato un tipo più che borderline: marinaio in licenza perenne da non si sa bene quale imprecisata guerra, sempre fuori posto, lavoratore svogliato o fallito, e per di più circondato da una schiera di personaggi che sembrano messi lì a posta per tormentarlo: la fidanzata Paperina, tanto più esigente quanto più lui è inadeguato, il gatto Gambadilegno, capo bullo e violento soprattutto nelle storie che hanno a che fare col crimine o con il mondo del lavoro (buffo no, che il medesimo personaggio sia il cattivo tanto nel ruolodi fuorilegge quanto nel ruolo di capocantiere tirannico e disonesto?) e tre perversi demoni familiari, la cui condizione di Nipoti non fa che porre più domande di quante ne risolva e che sembra davvero assomigliare a uno dei nomi magici che le culture tradizionali danno ad alcune divinità , come i Nostri Cugini Nudi, o simili. Qui, Quo e Qua ( (Huey, Dewey e Louie) tre inquitanti e inquieti gemelli identici che non solo hanno nello zio la vittima preferita dei loro scherzi, ma che riescono prontamente in tutto ciò in cui Paperino fallisce. In più è vittima di un misterioso disturbo del linguaggio (ci è nato? Stress post-traumatico dopo essere sbarcato a Guadancanal? Danno cerebrale permanente?)
Insomma il nostro papero è più che un perdente o uno sfortunato: è un'entità fuori posto in qualsiasi spazio e circostanza del vivere civile. In quella che è l'epoca del body snatching per eccellenza, quella di Truman e Ike, il nostro papero è un mostro (e spesso nelle sue disavventure prende sembianze diaboliche o mostruose mentre architetta piani "sovversivi" e autolesionisti) impossibile da colonizzare. E dire che agenti esterni provano a "rubarlo", "ultracorpizzarlo", come nell'episodio Donald's Dream Voice dove il suo incomprensibile borbottio che aveva finito per disgustare Paperina viene miracolosamente trasformato da una pillola in una perfetta voce radiofonica (fraschiani in ascolto, aprite il terzo orecchio), salvo che poi, causa varie sventure, perde tutte le pillole e non riesce a portare a compimento la sua seduzione, recuperando il suo spernacchiamento. Oppure nell'episodio Donald's Double Trouble, in cui niente meno che un dopplegänger dotato di maniere e - ancora - voce impeccabile viene prima assoldato dal cinico papero per conquistare la sua bella, salvo poi farla innamorare davvero della sua copia "conforme" e scatenare una serie di disastri.
Ma il vero nemico mortale di Paperino, quello che non gli lascia scampo in nessuna occasione, è la tecnologia, in particolare la meccanica domestica all'avanguardia. Ora questo è un tema del comico affrontato già da anni in tutti i modi, a partireda Tempi Moderni in poi. Limitiamoci alle diverse reazioni di due personaggi che si trovano a che fare con la vita dell'americano medio anni '50: una vita che ci hanno dipinto come una serie infinita di happy days, e che invece la Disney ci presenta come una sorgente inesauribile di catastrofi: Pippo e Paperino. Entrambi sono fanatici consumisti. Entrambi hanno una fiducia illimitata nell' "ultimo ritrovato scientifico", dall'aspirapolvere alla tenda da campeggio automatica. Entrambi vivono in un presente futuribile, cioè in cui il futuro è davvero dietro l'angolo della strada, la soluzione miracolosa è davvero nella nuova caffettiera (chi è interessato all'argomento può leggersi "il continuum di Gernsback" di William Gibson). Entrambi vanno immancabilmente incontro a disastri.
Solo che mentre Pippo veleggia letteralmente sulle catastrofi senza dare troppo peso ai suoi fallimenti (perchè, si sa, è uno sballato), Paperino non sa controllarsi: al mancato o errato funzionamento di un congegno, sia esso una finestra o un robot maggiordomo con accento tedesco la sua reazione è una e una sola: scoppi d'ira incontrollabili nei quali non solo l'oggetto causa di tutto viene coinvolto, ma spesso anche tutti i mobili, tutte le case, tutta la civiltà circostante viene fatta a pezzi con furia cieca e (auto)distruttiva, per poi risvegliarsi come da uno stato di trance, stracciato, ansimante e circondato da rovine. Paperino, volente o nolente, è destinato a una lotta impari con un sistema che lo alletta con una tecnologia che si presenta come panacea di ogni male e poi si rivela all'atto pratico incontrollabile (vabbè, sarò un facilone io e mi espongo alle presein giro dei sofisticati: ogni caffettiera che esplode nel 1955 è una figura della Bomba) e reagisce nel modo più antico e cieco del mondo industriale: perde la testa e getta lo zoccolo nello stesso telaio a cui lavora, costi quel che costi. Siamo con te, anche se ti compatiamo di fronte ai nostri PC di ultima generazione, oh Paperino, ultimo dei luddisti.
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