Regia di Ralph Nelson vedi scheda film
Film di rottura del genere western sia per la violenza e la crudeltà mostrata sullo schermo sia per il messaggio antimilitarista, anticolonialista e a favore dei nativi americani. Nel 1970 in piena guerra del Vietnam che volge a sfavore degli Stati Uniti e con le notizie di massacri compiuti dai soldati americani ai danni dei civili vietnamiti si coglie l'occasione di rivedere la storia della conquista del West in chiave più cruda e realistica mentre allo stesso tempo si denunciano le crudeltà allora contemporanee.
La storia è di quella di una ragazza bianca Katie (Cadice Bergmann) rapita dai Cheyenne e poi liberata per tornare nel "mondo civili" e raggiungere il fidanzato ufficiale della cavalleria; il convoglio che trasporta anche le paghe per il forte viene attaccato dalla tribù di Lupo Pezzato (Jorge Rivero), che aveva preso in moglie la ragazza, e tutti i soldati vengono uccisi e mutilati. Si salvano solo Katie e il soldato Honus Gant (Peter Strauss) che la ragazza non chiama per nome ma si riferisce a lui solo come "soldato blu"; i due iniziano il lungo viaggio verso il forte e lungo il tragitto imparano a conoscersi meglio: Gant è sconvolto dal massacro dei suoi compagni e considera gli indiani solo dei selvaggi assassini mentre Katie li difende strenuamente ribandendo che sono i bianchi che massacrano gli indiani per portare avanti la civiltà. Durante il viaggio Gant si batte contro degli indiani e distrugge il carro di un mercante d'armi (Doanld Pleasence) che commercia con gli indiani.
Finalmente trovano il reggimento di cavalleria di cui fa parte il fidanzato di Katie che è in viaggio verso il villaggio di Lupo Pezzato; a nulla servono i tentativi di Katie e di Honus (fra cui è nato del tenero) a convincere il colonnello Iverson (John Anderson) a sospendere l'attacco.
Katie raggiunge il villaggio ad avvertire i cheyenne del pericolo ma Lupo Pezzato è convinto di poter trattare con i soldati e non vuole andarsene via. Arriva il giorno dell'attacco in cui Iverson non esita a far sparare sul capo cheyenne che si avvicina con la bandiera bianca e con quella americana; i pochi guerrieri tentanto di opporsi alla carica ma vengono sopraffatti, a questo punto comincia un orgia di violenza contro donne e bambini inermi. Gant, schifato dalla carneficina, si scaglia contro il colonnello ma viene arrestato; Katie e pochi altri indiani vengono risparmiati e catturati. I due giovani si rivedono un ultima volta mentre Gant viene portato via in catene e il film si chiude con la voce fuori campo che descrive gli eventi reali dle massacro del Sand Creek.
Il film alla sua uscità fece mlto scalpore per il massacro finale che anche oggi resta di grande impatto. Abbiamo scene di stupri, decapitazioni e mutilazioni varie rivolte sopratutto contro donne e bambini: tremende le sequenze in cui ad una raggazza viene staccata la testa con un colpo di sciabola e ad un altra viene struprata e poi tagliato un seno. Le riprese si svolsero in Messico con un gran numero di parti del corpo finte e di animatronix oltre a delle comparse con vere mutilazioni per le scene della battaglia.
Il film non parla esplicitamente del massacro del Sand Creek e storicamente presenta alcuni errori. L' evento reale avvenne nel 1864 mentre il film è ambientato nel 1877, stando a quando dice Honus Gant che afferma che il proprio padre è morto
durante la battaglia di Little Big Horn (avvenuta nel 1876) l'anno precedente. Nel film l'attacco al villaggio è attuato dall'11° cavalleggieri del Colorado che viene rappresentato come un reggimento regolare dell'esercito americano mentre in realtà il reparto responsabile dell'attaco fu il 3° Colorado cavalleria, che era una milizia di volontari civili che avevano firmato per 100 giorni di arruolamento per combattere gli indiani. Inoltre nell'esercito americano fino alla guerra civile c'erano 6 reggimenti di cavalleria regolari mentre altri 4 verranno creati nel 1866 per combattere gli indiani. L'ufficiale comandate della milizia del Colorado era il colonnello John Chivington che fu aspramente criticato per le brutalità compiuto nell'azione ma non subì mai alcun processo e lasciò la milizia del Colorado nel 1865.
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