Regia di Marco Risi vedi scheda film
Forse è l' unico film serio e realistico sui militari di leva italiani. Niente a che vedere con tanti altri film e telefilm nostrani sullo stesso tema a cui il pubblico era abituato.
“Aò! Guarda che mica vado in guerra!”, dice il giovane protagonista alla sua preoccupata ragazza prima di partire per il servizio militare obbligatorio di trecentosessantacinque giorni all’ alba. Non sarà una esperienza pericolosa ma per la giovane recluta dell’ esercito italiano Scanna Claudio (Amendola) sarà un brutto anno da dimenticare. Dopo essersi scontrato con l’ arrogante capetto (Benvenuti) dei “nonni” (i congedanti che sottoponevano le nuove reclute, dette “spine”, a degli atti di bullismo d’ ogni genere) sarà preso di mira da un ufficiale frustrato e mentalmente disturbato (Dapporto) che lo ritiene responsabile della sua mancata promozione di grado, in realtà dovuta a una sua mancanza per futili motivi personali. Ma neanche alla fine del fatidico ultimo giorno del servizio militare i guai non saranno finiti per lui e per tutti gli altri.
Un film sulla cosiddetta “naia” che non ha niente a che vedere con quei film e telefilm vecchi o recenti che rappresentano il nostro servizio militare di leva, poco tempo fa obbligatorio per quasi tutti i diciottenni, come una facile vacanza per allegri furbacchioni, magari con contorno di infermiere disponibili e superiori fessi. Certe sgradevoli situazioni rappresentate in questo film di Marco Risi non sono il frutto della sua fantasia tanto per renderlo più interessante, visto che non rappresenta dei militari in guerra. Oltre ai due protagonisti Claudio Amendola e Massimo Dapporto sono altrettanto bravi anche gli altri attori del cast, compresi dei comici (Benvenuti, Conti, Dovì e Ghislandi) che in questo film sono credibili anche in ruoli molto più seri di quelli che avevano interpretato di solito. I due personaggi antagonisti interpretati da Benvenuti e Dapporto sono talmente odiosi che lo spettatore augura a loro di finire sotto i cingoli di un carro armato durante una esercitazione militare ma ciò non accade. Non mancano i momenti grotteschi ma il film si mantiene su toni drammatici e pessimistici, specialmente nella parte finale senza il consueto lieto fine consolatorio, l’ unica forzatura meno realistica del film. Molto bella la canzone dei titoli composta e cantata da Umberto Smaila.
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