Regia di Nando Cicero vedi scheda film
La presa per il culo che in questo film viene fatta dell’ esercito italiano è a dir poco sconvolgente. Non si sa se per pura ignoranza, sublime surrealismo o feroce critica, la presa per il culo lascia il suo segno. L’ esercito viene smantellato nelle sue componenti primarie: un comandante erotomane e in preda ad allucinazioni di natura sessuale (il culo che appare ovunque e perennemente), una serie di soldati sui quali capeggia per esperienza e immaginazione Alvaro Vitali, capace di spaccare con il proprio membro una tavoletta di pietra e di fumare una sigaretta direttamente dal culo, un prete con le sembianze animalesche di Beruschi e infine una meravigliosa Edwige Fenech portavoce del mondo femminile.
I soldati italiani (forse a causa di una cura eccessiva di ormoni) si ritrovano imprigionati in un perenne delirio erotico. Alla ricerca continua di un qualcosa di femminile si perdono nelle più inquietanti avventure. Bambole gonfiabili, docce fredde, esplosioni di testosterone, i nostri ragazzi tengono alto il nome del loro popolo e cercano la vittoria più semplice, quella più a portata di mano.
Edwige sconvolge il già precario equilibrio mentale dei soldati con le sue forme ed i suoi vestitini attillati. Con l’ arrivo di altre soldatesse la nostra truppa obbedirà infine al’ unico vero comandante, l’ istinto di scopare e di avere una donna.
Pacifismo, sesso libero contro la guerra, irrisione del sacro dovere di difendere la Sacra Patria.
Magari.
Piacerebbe che dietro tanta insolenza ci fosse una satira, una mente che volesse dissacrare le nostre mitologie militaresche.
Magari.
Che si parlasse dell’ assurdità dell’ ambiente della caserma, con le sue regole, i suoi divieti, le sue irragionevolezze.
Magari il sesso fosse quel motore universale capace di equilibrare le differenze, magari lo stare con una donna fosse un gesto di passione e amore. Qui non c’è niente di tutto questo, qui è pura superficialità, pura demenza.
Qui si ride per la truppa che mangia il goulash con i fagioli e poi i bombardamenti li fa con il culo. Qui si ride per le debolezze, gli stereotipi, le squallide miserie di noi italiani.
Qui si mostra il nostro fondo, il nostro minimo storico in fatto di film e di cinema.
Si ride di quanto possiamo essere meschini, ma non con l’ orgoglio di chi può migliorarsi, ma solo con la inutile accondiscendenza di chi non sa tirare su la testa dalla merda in cui è caduto.
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