Regia di Nando Cicero vedi scheda film
Inutile cercare qualcosa di decente nella sceneggiatura di Francesco Milizia, Annie Albert e del regista: volgarità assortite, turpiloquio da far impallidire una vera caserma, triviali luoghi comuni, sono il filo conduttore di questa farsaccia militaresca. Fortunatamente, in questi film, più che l’idea di base, la differenza la fanno gli attori. Allora, spegnendo il cervello, si può ridere delle frustrazioni e dei fanatismi del colonnello Fiaschetta (un sempre convincente Montagnani), delle disavventure dei tanti caratteristi (Vitali, Carotenuto, Gammino, Fiorentini, Terzo, Beruschi, ecc.), oppure farsi sedurre dalla bellezza di Eva Marini (Fenech), dottoressa che riesce, nella finzione, a diventare sottotenente medico con quasi venticinque anni di anticipo sulle sue colleghe. Girato all’Isola d’Elba, con dialoghi curati da Michele Gammino (terribili!) e musiche di Piero Umiliani. Eva Marini ed il colonnello Fiaschetta torneranno nel successivo (e migliore) “La soldatessa alle grandi manovre” (1978), film diretto sempre da Cicero ed impreziosito da nuovi personaggi interpretati da Lino Banfi (Pasquale Zagaria) e Gianfranco D’Angelo.
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