Regia di Yuriy Norshteyn vedi scheda film
Non conoscevo affatto questo mediometraggio animato, e qualche giorno fa ho letto una recensione entusiastica dell'utente Genga 009, grande esperto del cinema di animazione, che lo definiva addirittura il miglior film animato della storia del Cinema, riprendendo il primo posto assoluto che "Il racconto dei racconti" ha riportato in due sondaggi internazionali alle Olimpiadi del film animato a Los Angeles nel 1984 e poi a Zagabria nel 2002. Ho visto il film su Youtube con molta curiosità e, data la breve durata di 29 minuti, ho potuto velocemente rivederlo una seconda volta. Si tratta di un'animazione raffinata, astratta, molto lontana dai canoni spettacolari della Disney e decisamente più vicina ad un certo tipo di "cinema d'autore" di cui l'esempio più evidente non può non essere Andrej Tarkovskij e il suo film "Lo specchio", sia per il carattere autobiografico e intimista dei ricordi che ci vengono offerti, sia per la mancanza di una narrazione vera e propria, sia per la citazione piuttosto scoperta di alcune inquadrature (le mele fanno pensare a "L'infanzia di Ivan"). In ogni caso un film animato di profonda suggestione, con le immagini che vanno a comporre dei quadri scollegati tra di loro che restituiscono dei frammenti di vita russa durante la Seconda Guerra mondiale, con un uso marcato del simbolismo legato agli oggetti e agli animali (qui abbiamo un lupo che da cattivo diventa perfino paterno nei confronti di un neonato), con un lirismo accentuato dall'uso della musica classica che in certi momenti commuove e porta alla riflessione lo spettatore, già abbagliato dalla bellezza del disegno in movimento. Non posso farne una recensione approfondita come quella di Genga, ma devo confessare la mia ammirazione per il regista Yuri Norstein che è riuscito a proporre un linguaggio così depurato e rarefatto in un genere come quello dell'animazione che non si presta solitamente a divagazioni antispettacolari. E' un film quasi del tutto muto, con effetti di animazione sicuramente artigianale ma tanto più efficaci, incantevoli nel ritrarre i fenomeni naturali come la pioggia o la neve grazie anche ad una gamma cromatica sapientemente modulata. Non è un film in cui è necessario capire il senso di ogni particolare, ma è molto meglio abbandonarsi al piacere della visione e goderne i suoi frutti in termini di emozioni. Dello stesso regista ho visto anche "Il riccio nella nebbia", narrativamente più tradizionale anche se sempre contraddistinto da uno stile di spiccata originalità.
voto 10/10
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